Domenica 20 marzo si celebrerà la giornata mondiale della felicità.
Ma noi italiani siamo felici? In realtà sembra di no, almeno non troppo, secondo l’ultimo rapporto sullo stato della felicità mondiale che ci posiziona al 50esimo posto, dopo il Nicaragua e l’Uzbekistan.
La classifica viene calcolata in base al reddito pro capite, al livello di supporto sociale, alle aspettative di vita, al grado di libertà nel compiere scelte di vita e alla percezione della corruzione.
Certo, tutti dati che dipendono molto dalle politiche dei governi più che dall’azione del singolo, ma che proprio il singolo può smuovere cominciando, semplicemente, con la lettura di libri, dato confermato anche da una recente ricerca del Centro di Studi dell’Università di Roma.
E come non meglio farlo iniziando dal libro “Momenti di trascurabile felicità” dello scrittore casertano Francesco Piccolo, un vero condensato di pillole d’allegria? Un elenco di una quotidianità che può diventare occasione per un sorriso, “l’acqua quando hai sete, il letto quando hai sonno” o “il momento quando finisce il rumore della centrifuga della lavatrice”, si legge nei passaggi del libro.
Un testo esilarante che ci fa anche pensare ai nostri tanti attimi di felicità, dal star bene dopo essere stati male o al vedere il gatto, grasso, del vicino che al dodicesimo piano si muove tranquillamente sulla ringhiera, stretta, del balcone mentre noi abbiamo le vertigini solo per starci, sul quel balcone.
Per approfondire
La documentazione della quarta edizione del World Happiness Report è consultabile al sito
La giornale mondiale della felicità sul sito ONU http://www.un.org/en/events/happinessday/
Da leggere: “Momenti di trascurabile felicità” di Francesco Piccolo (Einaudi, 2010, 136 pagine, disponibile anche in formato eBook), un vero e proprio catalogo dell’allegria di vivere.
Con una mia nota all’autore. Sono cresciuta nella stessa piccola città di provincia che i binari ferroviari dividevano in due come un muro (prima del sottopassaggio del 1990, ma io ero già partita). Abitavo giusto dopo il primo passaggio a livello, all’inizio di via Ferrarecce, e volevo precisare che lì era ancora centro (vabbuò, non storico). La periferia, quella, iniziava solo dopo il secondo passaggio a livello ;) (ecco, è la giornata della felicità e un’emoticon ci sta).
Link
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