L’Unione europea sta vivendo il suo momento più difficile, manifestando tutte le sue “pecche” iniziali che oggi, dopo quasi vent’anni, appaiono come una terribile predizione. L’adozione di una moneta unica, creata senza che ci fossero i necessari fattori di compensazione tra gli Stati dell’Unione, sta di fatto portando alla divisione dell’Europa. Nel 1997 gli unici Paesi che presentavano condizioni adatte all’adozione di una moneta unica erano Germania ed Austria. La Germania ancora oggi detiene la assoluta supremazia e l’Austria vuole uscire dall’euro. Cosa è cambiato dopo tutto questo tempo? Poco o nulla. L’euro era nato (almeno così ci hanno detto) con un obiettivo principale: unire gli europei in una sola entità politica..
L’integrazione che doveva rappresentare l’humus essenziale però si è bloccata. L’Europa della speranza, della solidarietà e dell’accoglienza si è trasformata nell’Europa dell’egoismo e dell’individualismo. L’obiettivo più ambizioso era quello di creare le basi per gli Stati Uniti d’Europa. Ma l’adozione dell’euro, stando ai fatti odierni, sta portando all’effetto opposto. La riflessione su cui meditare con profondità è questa: l’unità politica avrebbe potuto aprire la strada verso l’unità monetaria, al contrario, l’unità monetaria senza un supporto politico reale sta diventando di fatto uno sbarramento per l’unità politica.
L’idea europeista in cui credo ed ho creduto fortemente è quella della solidarietà all’interno della quale l’uomo sia inteso come fine del progetto e non come mezzo. Dobbiamo ritrovare e fortificare l’idea di quell’Europa unitaria che ci è rimasta, dobbiamo mantenere quel poco di democrazia che ancora ci resta, dobbiamo coltivare la cultura della solidarietà, dell’integrazione ed affinare il pensiero critico finalizzandolo sempre agli interessi primari dei popoli. Dobbiamo meritarci quello che i fondatori di questo grande progetto europeo ci hanno lasciato, dando un senso al loro obbiettivo ultimo: un’Europa fondata sui valori della democrazia e della solidarietà e non della finanza e della tecnocrazia.