E ora è guerra in Ucraina. Una guerra spaventosa e cruenta. Il simbolo di questa guerra è Mariupol, assediata dalle truppe russe. E poi, in questo scenario brutale in Europa, si insedia anche il caso dell’intervista a Lavrov, il ministro degli Esteri di Mosca.
Lavrov subito dichiara: “I media occidentali travisano sempre quello che noi diciamo…la Russia non ha mai interrotto gli sforzi per raggiungere gli accordi che garantiranno il non svilupparsi di una guerra…non siamo riusciti a convincere l’amministrazione Trump. L’Italia è in prima fila tra coloro che non solo adottano sanzioni antirusse, ma anche tutte le iniziative in questo senso”. Questa intervista di Lavrov a “Zona Bianca” su Retequattro, ha generato polemiche nel panorama politico e non. E poi il martirio nell’acciaieria Azovistal a Mariupol, la necessità di evacuare i civili che da due mesi sono asserragliati per sopravvivere ai bombardamenti, evidenzia cosa sia la guerra in sé. L’offensiva russa nel Donbass è lenta. Ma le truppe russe sanno che i tempi saranno lunghi, che la guerra sarà lunga: la popolazione civile sarà piegata dalla fame e dalla paura. Il presidente ucraino Volodymir Zelensky ha detto: “La guerra finirà quando vinceremo”. Noi tutti ci auguriamo che questa guerra si concluda subito. Non è concepibile questa distruzione di città, di civili massacrati. Questa è una barbarie che ha colpito noi esseri umani. E dovremo essere “umani”. Margherita Guidacci scriveva: “E’ come una mancanza di respiro…”. Ci manca il respiro di fronte a tutto ciò.
Rosa Mannetta