Il discorso di Emmanuel Macron, intervenuto durante la Conferenza sul futuro dell’Europa a Strasburgo ha chiarito la linea che si dovrebbe seguire. Il presidente francese ha detto: “Non dobbiamo cedere alla tentazione dei revanscismi. Domani avremo una pace da costruire e dovremo farlo con Ucraina e Russia attorno al tavolo. Abbiamo adottato sanzioni senza precedenti e abbiamo mobilitato mezzi umanitari, finanziari e militari come mai prima d’ora.
Non siamo in guerra contro la Russia, lavoriamo per la preservazione dell’integrità dell’Ucraina, per la pace nel nostro continente. Ma sta solo all’Ucraina definire i termini dei negoziati con la Russia. Il nostro dovere è essere al suo fianco per ottenere un cessate il fuoco”. Parole inequivocabili. Parole determinanti. Macron ha anche aggiunto: “La pace non si costruisce umiliando Mosca”.
Questo è il punto focale nella nostra Europa. Il presidente russo Putin nel suo discorso in apertura della parata per “il giorno della vittoria”, ha precisato: “La Nato creava una minaccia ai nostri confini, l’intervento è stato preventivo…”. Il problema rilevante è che una guerra è in Europa. Cosa succederà? I tempi sono incerti. Esistono interessi economici riguardo alle fonti energetiche: il petrolio e il gas mettono a rischio la civiltà in Occidente. E poi esiste la dicotomia guerra e carestia: Russia e Ucraina esportano gran parte del grano tenero. La guerra in corso sta negando la semina in gran parte del territorio ucraino e ciò può condurre milioni di persone a soffrire la fame. Il momento che viviamo è difficile. Curzio Malaparte scriveva: “Muore tutto ciò che l’Europa ha di nobile…”. Dimenticheremo questa guerra e sarà questione di mesi…
Rosa Mannetta