1.
I motivi
Nei prossimi cinquanta giorni è previsto l’arrivo in Italia di 26 milioni di dosi di vaccino. E l’indicazione che il governo ha dato alle Regioni è molto chiara: dovranno essere somministrate tutte, nel più breve tempo possibile. Per farlo — e dunque per organizzare la più grande campagna di vaccinazione di massa del nostro Paese — Roma ha assicurato che metterà sul tavolo tutti gli sforzi necessari, in termini di personale e di spesa. Ma senza precedenti potranno essere anche i mezzi per arrivare all’obiettivo: la parola “zona rossa” per tutta l’Italia, infatti, non è più un tabù. Se dovesse essere necessario un lockdown per vaccinare più in fretta, ragionano fonti di governo, «siamo pronti». Magari lasciando fuori dalle restrizioni alcune Regioni con tassi di contagio da zona bianca.
2.
La situazione dei contagi
A spingere verso la zona rossa soprattutto l’impennata dei contagi nelle ultime ore, alimentata dalle varianti del virus. Il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, ha usato ieri parole molto chiare: «Nelle ultime 24 ore abbiamo registrato oltre 20mila nuovi casi, con un tasso di positività che sale al
7,6%. Servono misure più rigide». È una linea condivisa anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza. E da buona parte del Pd. A frenare, ovviamente, è il centrodestra, sponda Matteo Salvini. Che ancora domenica sera diceva: «Lockdown? Spero di no».
3.
La nuova filosofia del lockdown
Cambia la prospettiva in cui inquadrare un possibile lockdown: non soltanto una misura di contenimento di fronte a una situazione epidemiologica comunque delicatissima, ma un vero e proprio investimento per la campagna di vaccinazione. È da sempre la priorità del
premier Draghi, in linea con l’approccio europeo che può sintetizzarsi così: “rigore assoluto” per favorire la campagna di immunizzazione.