Il commissario straordinario Domenico Arcuri ha detto: “Stanno trattando 27 Paesi europei come dei poveracci. Togliamoci dalla testa che l’Italia sia più penalizzata di altri…so che all’Europa sono stati dati meno vaccini di quanto doveva riceverne e che con la vita delle persone non si gioca”. Parole molto chiare. Ma cosa sta succedendo? Ci sono stati dei ritardi sia da parte di Pfizer, sia di Astrazeneca. E i problemi collegati a questi ritardi sono enormi. Nessun dubbio. Il vaccino “italiano” di Spallanzani e ReiThera è in fase di sperimentazione clinica: i risultati sono promettenti, ma la strada da percorrere è ancora lunga. Il nodo da sciogliere è che dovranno essere stanziati 8milioni di euro per instaurare una sperimentazione fra qualche mese. La produzione del vaccino “italiano” deve essere una opportunità non solo per il nostro Paese, ma anche per gli altri Paesi del mondo. In pratica, il messaggio che deve passare è quello che tutti i ricercatori debbano cooperare per salvare più vite. La salute è un bene prezioso e non ha senso parlare di egoismi nazionali o sovranazionali. La pandemia si combatte tutti insieme. Tutti insieme seguendo le regole. Tutti insieme scegliendo la strada del vaccino. Ogni Paese dovrebbe pianificare per le dosi verso i propri cittadini. In effetti la produzione italiana di vaccini, si collegherà a quelle che si stanno realizzando all’estero. La professionalità dovrà prevalere. Il segreto è questo. Lalla Romano scriveva: “Fede è non sapere…”. E noi ce la faremo a sconfiggere il virus.
Rosa Mannetta