Un tuffo nel ‘900 migliore, citando Ingrao, Berlinguer e Reichlin. Si apre con il più classico dei comizi la campagna elettorale di Antonio Bassolino. Una candidatura scelta a Napoli e non a Roma, rivendica. Ma Bassolino sa bene che il primo partito a Napoli è l’astensionismo. “Cinque anni fa de Magistris è stato un sindaco di ultraminoranza – ricorda – La mia prima battaglia è portare più persone possibile alle urne. Io faccio campagna elettorale da 4 mesi, oggi qui dovevamo andare al voto, solo l’Italia ha deciso di rinviare. Fanno, però, le primarie. Non si potevano fare le elezioni?” Bassolino non lo dice ma lascia intendere che bisognava aspettare le alleanze. “Passo dopo passo so salire sulla montagna ma anche scendere. L’ho fatto nell’assenza del partito che ho contribuito a fondare. Sono fuori dalle istituzioni da 11 anni, ma mi fa bene. Imparo”.
Il rinvio delle elezioni, insiste bassolino, “è un problema per Napoli che ha un consiglio comunale che non riesce neanche a riunirsi. Serve una svolta. Non c’è una vera maggioranza e manco una vera opposizione, il Consiglio è in agonia. E’ vero che il bilancio è in dissesto, sottolinea Bassolino, “ma tante cose si possono fare. Penso alle buche, i parchi, la frequenza dei bus, Ricucire le ferite sociali. Si possono fare tante cose a costo zero (tempi della città, scuole aperte), come valorizzare il mare da San Giovanni a Bagnoli”.
Poi un altro tema, quello del centro storico, che “non può essere una friggitoria all’aperto. Bisognerebbe delocalizzare la movida al centro direzionale, ad Agnano”.
Infine, il tema della rinascita dell’economia post pandemia e dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. “Se non sapremo usare le nuove risorse che arriveranno, sarà inutile prendersela con il Nord cattivo”. Per voltare pagine occorre anche puntare su un piano che metta insieme pubblico e privato, come è successo per la privatizzazione dello Scalo di Capodichino, “che era un suk”. Infine, un appello alla responsabilità: “Non possiamo litigare con tutti, serve collaborare con De Luca, con Draghi e tutto il governo, dobbiamo rispettare ed essere rispettati, dobbiamo collaborare anche con la Lega”. E a chi lo accusa di essere troppo anziano per la politica, rilancia: “Penso a una squadra con un’età media di 25/30 anni. La battaglia è molto difficile ma io mi presento come politico, non mi travesto. Sono un politico da sempre, di sinistra, del Pci. Ai cittadini non interessa chi sarà il primo partito, se PD o M5s, ma chi sarà il sindaco. Serve un vero sindaco che ha gli occhi per vedere le buche ma che abbia anche una visione, che sappia rappresentare i sentimenti della città”.