Il giudice Jozsef Sos ha dichiarato che i tredici mesi di carcerazione preventiva non sono sproporzionati alla gravità dei crimini attribuiti a Ilaria Salis, attivista antifascista. La decisione è stata motivata durante l’udienza di ieri mattina, segnata dalla presenza massiccia di media e politici italiani in opposizione, che hanno seguito con attenzione le vicende dell’attivista accusata di aggressioni a militanti neonazisti. Nonostante le richieste di arresti domiciliari, sia in Italia che in Ungheria, il magistrato ha sottolineato la necessità di una misura che precluda il rischio di fuga, confermando quindi la continuazione della detenzione in carcere a Budapest per Salis.
Il verdetto è stato pronunciato alle 11:30, in un’aula gremita di telecamere, fotografi, giornalisti e membri del parlamento italiano, tutti critici nei confronti del governo di Giorgia Meloni e, per estensione, di quello ungherese guidato da Viktor Orbán. La presenza di queste figure politiche riflette l’interesse e la preoccupazione per le condizioni di detenzione di Salis, arrestata l’11 febbraio 2023. La scorsa udienza aveva suscitato indignazione per le immagini di Salis in manette e al guinzaglio, ma gli appelli per un trattamento meno umiliante non hanno sortito l’effetto sperato, con Salis che ritorna in aula senza cambiamenti nella sua condizione.