di SIMONA D’ALBORA
“Napoli sembra una città, ma è una nazione, è una repubblica. Io non posso fare a meno, almeno due o tre volte al giorno di sognare di essere a Napoli. Sono dodici anni che studio tre ore alla settimana il napoletano, perché se ci fosse una puntura da fare intramuscolo con dentro il napoletano che costasse 200.000 euro io me la farei, per poter parlare e ragionare come ragionano loro da millenni”. In queste e in altre dichiarazioni è racchiuso tutto l’amore che Lucio Dalla nutriva per Napoli e per i napoletani.
Un amore messo anche in musica e cantato dallo stesso cantautore. Bolognese di nascita e napoletano d’adozione, come un altro grande cantante bolognese, Gianni Morandi, di cui fu grande amico Il suo non era un amore tanto per dire, il suo era un bene profondo, “una catena che scioglie il sang rint’e vene”. Proprio Caruso, ritenuta un capolavoro assoluto del cantautore, ha reso ancora più famosa Napoli nel mondo. Fu incisa nel 1986 e nacque durante un soggiorno di Dalla a Sorrento, nella suite dove il tenore Enrico Caruso passò gli ultimi mesi della sua vita.
La magia del golfo di Sorrento e la triste storia dell’ultimo amore del tenore per una sua giovane allieva, ispirarono al cantautore bolognese una delle canzoni d’amore più struggenti del ‘900. Lucio Dalla ha cantato magistralmente l’amore per la nostra città e per la nostra musica, perché: “quella napoletana è la musica più importante del Novecento, altro che Beatles… Dobbiamo tornare a noi, e non essere provinciali, scopiazzando all’estero” .
Oggi Dalla avrebbe compiuto 72 anni, come ci ricorda un’altra sua celebre canzone 4/3/43, se non fosse morto il 1 marzo del 2012. Così in quei giorni lo volle ricordare la grande Mina, infastidita dal protagonismo di chi per ricordare il cantante celebrava se stesso: “Adesso, spero si spegneranno i “ricordi” e andrà avanti potente, aristocratica e popolare la sua musica” ma noi vogliamo ricordarlo con i suoi versi indimenticabili che lo resero famoso nel mondo: “ Ma sì, è la vita che finisce / ma lui non ci pensò poi tanto, / anzi si sentiva felice / e ricominciò il suo canto…”