Antonio Petrella*
Con la sentenza del 22-7-15 il Tribunale Amministrativo della Regione Campania rigetta il ricorso avente ad oggetto l’impugnativa del provvedimento di autorizzazione integrata ambientale rilasciata l’ 1-12-2014
Sulla base di questo evento si vuole provare a fare alcune riflessioni che ci aiutino a comprendere il contesto che ha determinato questo risultato, senza alcuna pretesa di entrare nel merito del ricorso e della sentenza.
Incominciamo col dire che in una società ove la gestione pubblica riesca a garantire pari diritti a tutti non dovrebbe capitare di assistere alla difesa degli interessi di pochi a discapito della salute degli altri. In questo contesto, per poter portare all’attenzione degli organi garanti sono necessari strumenti e motivazioni molto forti accompagnati da dati e dimostrazioni inconfutabili. Più ne sono e più aumenta la probabilità di essere condivisi.
La disponibilità di tali risorse rappresenterebbe dei PUNTI DI FORZA per i cittadini e, di conseguenza, sarebbero PUNTI DI DEBOLEZZA per la controparte.
Proviamo ad entrare nel merito facendo qualche esempio a partire ai
1) SFORAMENTI del Pm10 delle centraline della rete ARPAC. Associare, in maniera semplice, gli sforamenti delle centraline alle emissioni in atmosfera dell’inceneritore diventa alquanto riduttivo se non si conoscono i contributi delle sorgenti principali che causano gli sformanti (inceneritore, traffico, forni, caldaie, ecc.). In tale condizioni diventerebbe PUNTO DI FORZA.
2) RICADUTE AL SUOLO degli inquinanti. ed ALTEZZA dei camini. Due argomenti connessi tra loro perchè l’uno è funzione dell’altro. Ad altezze di camini basse corrisponde una maggiore ricaduta, al suolo, degli inquinanti e viceversa. Ma entrambi non possono essere scissi dallo stato di inquinamento totale quale somma di quello ereditato dalla chiusura della Montefibre, mai bonificato, e dell’inceneritore stesso. Ad oggi le informazioni sullo stato di inquinamento di Acerra sono reperibili in maniera sparsa. Una loro raccolta si dovrà affidare alla memoria umana che, come sappiamo, spesso è fallace.
Uno strumento efficace, utilizzabile con sistematicità da tutti, e senza ricorrere a specifiche conoscenze, potrebbe essere rappresentato da una serie di consulenze e/o opposizioni, emesse da professionisti e/o istituti accreditati, ad alta professionalità, sulle principali matrici ambientali quali Acqua, Terra, Aria, Fuoco e Sanitarie che attestino lo stato di criticità reale e dei rischi alla quale la popolazione è sottoposta ogni giorno, da utilizzare tutte le volte che sarà necessario. A queste condizioni diventerebbe un PUNTO DI FORZA.
3) CDR a norma. Chiedere il rispetto della corretta applicazione della norma corrisponderebbe ad avere piena fiducia nelle istituzioni che responsabili della gestione dell’impianto. Sarebbe come chiedere all’acquaiolo come è l’acqua perchè la risposta la conosciamo a priori. L’unico modo per superare questo impasse sarebbe quello di creare un COMITATO DI CONTROLLO sul processo di lavorazione dei rifiuti costituito tra l’altro, da rappresentanti dei cittadini, che, all’occorrenza, faccia ispezioni sull’impianto senza preavviso. sarebbe, questo, un altro PUNTO DI FORZA per i cittadini.
4) CENERI INQUINANTI. Chiedere che il trattamento delle ceneri inquinati venga svolto in Regione Campania, oppure, fuori regione diventa una richiesta poco significativa per perseguire l’obiettivo della CHIUSURA DELL’ INCENERITORE.
5) ANALISI LATTE MATERNO. Elemento innovativo che potrebbe rappresentare un vero PUNTO DI FORZA sarebbe quello di tenere sotto controllo il latte materno per verificare eventuali presenze di DIOSSINA e PCB, che possano essere, in qualche modo, collegati alla presenza dell’inceneritore sul territorio, come è avvenuto a Montale (Pistoia), sede di un inceneritore della capacità di appena 150 mila tonnellate annue di rifiuti, ove è stato chiesto la chiusura dell’inceneritore per tale motivo.
Acerra, quale sede di inceneritore, deve dotarsi di strumenti forti per esercitare azioni per la difesa dell’ambiente e la salute dei suoi cittadini se non si vuole continuare a vagare nel buio.
* presidente comitato per l’Ambiente e Salute “Volontari per Francesco”