Amici lettori, oggi abbiamo come ospite una nostra vecchia conoscenza, Ciro Lomonte, che ho già avuto il piacere e l’onore di intervistare.
Bentornato, architetto. Purtroppo le elezioni amministrative di Palermo non l’hanno vista tra i vincitori. Fortunatamente lei è un uomo che sa incassare le sconfitte, ma non si arrende. A cosa attribuisce il calo delle persone che l’hanno votata, anche se la sua lista rappresentava stavolta altri due partiti oltre a Siciliani Liberi?
Sono state ancora una volta (dopo quelle già anomale del 2017) elezioni molto strane. Sia per i 179 presidenti di seggio assenti, su un totale di 600, e moltissimi seggi chiusi fino alle 15:00, sia per gli oltre 14.000 voti annullati, pari ad oltre il 7% del totale. A Palermo, infatti, non vota quasi più nessuno: l’astensione ha toccato quasi il 60% e Roberto Lagalla è stato eletto sindaco con poco più di 98.000 voti in una città dove hanno diritto di voto 543.978 persone.
Ringrazio convintamente i rappresentanti di Italexit e del Popolo della Famiglia, che si sono spesi molto generosamente per la formazione della lista e per informare quanti più cittadini possibile sul nostro programma e sulla mia candidatura a sindaco. Qualcuno sostiene che non avremmo dovuto associarci a loro, per non confondere i nostri elettori. C’è da verificare quanti siano attualmente questi “nostri” elettori. In realtà mi sembra chiaro che le persone non abbiano più alcuna fiducia nella politica: troppo grandi sono state le delusioni rispetto alle aspettative che avevano generato i carri dei vari istrioni di turno, per es. il PD di Renzi o il M5S di Grillo, rivelatisi autentici architravi del sistema che opprime il popolo italiano e quello siciliano. Troppe amarezze hanno sofferto i siciliani negli ultimi duecento anni, anche quando si sono sollevati in massa. I nostri compatrioti vogliono verificare l’autorevolezza, la credibilità, le capacità, di chi si propone per guidare il processo di liberazione. In caso contrario la maggioranza di loro non va più a votare, facendo divenire arbitra delle nostre sorti una minoranza che ancora beneficia delle briciole di un sistema oppressivo e distruttore. Basta guardare allo stato di strade, marciapiedi, ospedali, pubblica illuminazione, trasporto pubblico locale e rifiuti. In una Sicilia ridotta a colonia è comprensibile che questo accada.
Ricordiamo che Siciliani Liberi è l’unica forza politica del tutto priva di legami con il potere pervasivo che controlla qualunque attività dello Stato Italiano. I partiti italiani (in particolare quello egemone erede del PCI) ormai sono solo dei cartelli elettorali agli ordini del potere finanziario e del suo comitato di affari, la UE. Non bisogna sottovalutare la loro struttura organizzativa e la loro capacità di ordire trame per azzerare il dissenso, per es. favorendo candidature più o meno eccentriche per disorientare e disturbare qualsiasi tentativo di ribellione autentica.
Pur avendo raggiunto con il mio messaggio – ben distinguibile da quello degli altri cinque candidati e concreto – decine di migliaia di palermitani, mi hanno fatto passare per “il professore”, “lo studioso”, “il creativo”, “l’artista”, “l’utopista”. In definitiva mi hanno dipinto come un personaggio che spiazza tutti con le sue letture inedite della realtà e con le sue proposte rivoluzionarie, ma inadeguato a governare. Un trucco mediatico piuttosto efficace, a posteriori.
Come ho già detto, lei non è certo un uomo che si arrende davanti alle difficoltà: la sua candidata per la presidenza della Regione Siciliana è Eliana Esposito, che ho già avuto l’opportunità di intervistare. Perché la ritiene la persona giusta?
Eliana Esposito è una donna dall’umanità straripante, una siciliana genuina, una ribelle indomita, una pensatrice profonda, un’artista poliedrica. Eliana è soprattutto una persona profondamente libera.
Ci tengo a precisare che Eliana non è la “mia” candidata alla presidenza della Regione Siciliana. In quanto Segretario Nazionale di Siciliani Liberi, rispetto gli organi democratici del partito (Assemblea Nazionale e Direzione Nazionale), oltre ad ascoltare i pareri degli iscritti. La scelta del suo nome è frutto di un confronto nei luoghi deputati alle decisioni. In questo caso sono francamente contento che sia stata scelta lei, per la stima che nutro nei suoi confronti.
Per vincere servono risorse economiche (le stiamo cercando insieme a gruppi che condividono le nostre strategie), in modo da fare conoscere il volto e le qualità di Eliana in ogni angolo della Sicilia. Il guanto di sfida è stato lanciato.
Resta il fatto che lei è la persona giusta per liberare la Sicilia dalle catene pesanti dello Stato Italiano. Conosce lo Statuto Siciliano, sa qual è stato il processo che ha condotto alla sua approvazione, è consapevole dei trucchi adoperati per impedire che venisse attuato.
Eliana ama la Sicilia con tutto il cuore e sa parlare al cuore dei Siciliani. Dopo tutti gli inganni del passato i Siciliani hanno diritto ad essere rappresentati da una donna con le sue doti.
Pensa veramente che riuscirà ad essere eletta come Presidentessa della Regione Siciliana? Sarebbe la prima volta in assoluto in cui una donna accede a tale carica amministrativa nella nostra Sicilia.
Perché no? Da oggi a novembre, ammesso che si voterà, sarà cambiata la mappa dell’Europa. L’euro, che sta collassando, potrebbe non arrivare a novembre, portando con sé nel suo crollo la UE. È notizia di queste ore l’imminente crisi di governo. Anche se dovesse rientrare, le potenze straniere ben identificabili che gestiscono tutti i partiti italiani della Seconda Repubblica sono ormai in aperto scontro fra di loro. E l’Italia è l’oggetto dello scontro.
I partiti italiani in Sicilia si sono già organizzati per esorcizzare qualsiasi rischio di vittorie fuori dal recinto. Dopo aver utilizzato la finta novità del Movimento 5 Stelle, adesso vorrebbero utilizzare Cateno De Luca e vari fuoriusciti del M5S per disinnescare la protesta. Ci riusciranno anche stavolta? A nostro avviso no. Secondo noi è imminente il default dell’Italia sul debito pubblico, che porterà con sé il crollo dell’intera classe dirigente della seconda (e fallimentare) Repubblica.
Siciliani Liberi lavora da sei anni per offrire ai Siciliani un’alternativa non solo seria e credibile, ma capace di governare la fase storica degli autentici rivolgimenti che abbiamo davanti. Che porterà, fra l’altro, al risveglio della coscienza identitaria dei quasi 5 milioni di siciliani.
Quando scoccherà la scintilla tutto diverrà possibile.
Naturalmente, avrete già pensato ad una squadra valida per affiancarla. Sa meglio di me che la Sicilia non sta attraversando uno dei suoi periodi migliori. In altre parole anche lei pensa di candidarsi a queste elezioni?
Il personaggio più importante della squadra è il prof. Massimo Costa, fondatore di Siciliani Liberi. Lui affiancherà Eliana Esposito come assessore designato all’Economia e vicepresidente. È un luminare conosciutissimo, che ha studiato a fondo la storia della Sicilia, lo Statuto Siciliano e le potenzialità di sviluppo della nostra Terra.
Stiamo lavorando alle liste in tutte le nove ex province. Anch’io sarò candidato. Ci preme che mettano la faccia persone di valore e non compromesse. La bella notizia è che esistono davvero, sono in tanti quelle interessati al nostro programma e vogliono impegnarsi con noi.
Adesso la domanda spinosa. Come giudica quello che sta accadendo a Palazzo delle Aquile in questo momento?
Ne scrivo ogni settimana sulla mia pagina Facebook Ciro Lomonte ribelle siciliano.
Al 14 luglio, più di un mese dopo la data delle elezioni, il sindaco paralizzato dal rapace appetito dei vari componenti del cartello elettorale che lo ha eletto non è stato in grado di nominare la giunta. Siamo in pieno Festino di S. Rosalia: dobbiamo chiedere alla Santuzza di intercedere anche per le sorti dell’amministrazione cittadina?
Una delle novità più importanti delle leggi che in Italia e in Sicilia portarono all’elezione diretta dei sindaci era quella di presentare la squadra di governo prima del voto, per consentire agli elettori di scegliere ancora meglio. Il Prof. Lagalla si ritrova a dover soddisfare gli appetiti delle 9 liste che lo hanno sostenuto, ma sa bene che il Comune è ben più che in dissesto: non ha più, letteralmente, un centesimo in cassa se non i soldi per pagare gli stipendi. I dipendenti dell’Amat hanno ricevuto la mensilità di giugno con 20 giorni di ritardo. Ed è a rischio quella di luglio. Per organizzare un Festino che non avrà nemmeno i giochi di fuoco finali per mancanza di fondi, il Comune è dovuto ricorrere ad un’elargizione di 50.000 euro da parte della Regione. Niente masculiata finale in definitiva!
Il sindaco ha 6 mesi a partire dal suo insediamento (quindi ne sono rimasti appena 5) per dichiarare il dissesto. Se non lo fa, ed il Comune di fatto è in dissesto, diventa corresponsabile. I conti sono quelli per i quali la Procura ha da poco comunicato a Leoluca Orlando e ad altri 19 fra dirigenti comunali ed ex assessori la chiusura delle indagini. Secondo la Procura i i bilanci negli anni 2016, 2017, 2018 e 2019 sono falsi. E si appresta a chiedere il rinvio a giudizio dei presunti responsabili.
In pratica, o il sindaco Lagalla dichiara il dissesto e fa la fine di Salvo Pogliese (eletto sindaco di Catania dopo il dissesto causato da Enzo Bianco), che non ha potuto fare nulla fino al giorno delle dimissioni perché in cassa non c’era più un centesimo. Oppure non lo dichiara e fra pochi mesi si ritroverà corresponsabile di ciò che non ha causato lui.
Roberto Lagalla può pure trasferirsi a Roma in via XX Settembre, sede del Tesoro. Lo Stato non concederà nulla: deve già sostenere stipendi pubblici, pensioni e reddito di cittadinanza. Con l’euro che ogni giorno collassa contro tutte le valute più importanti (è di poco fa la notizia che è addirittura sceso sotto la parità col dollaro) “non c’è trippa per gatti”.
Al nuovo sindaco, dunque, non resterà che dimettersi. L’unico motivo per cui ci siamo candidati alla guida della città è perché Siciliani Liberi è l’unica forza politica ad avere la soluzione per affrontare e risolvere la gravissima emergenza finanziaria e sociale che abbiamo davanti. Ovvero, l’emissione monetaria da parte della Regione Siciliana in virtù del suo Statuto.
A Palermo si arriverà prestissimo al commissariamento del Comune, con l’abbandono del primo cittadino e lo scioglimento del Consiglio Comunale. In passato alcuni Commissari hanno operato bene, perché avevano le mani libere dai rapaci partiti italiani. Ma stavolta non funzionerà, perché gli scenari italiani ed europei sono drammatici. È il tempo del ritorno alla grande politica. È l’ora delle persone libere e forti. Siciliani Liberi lo sa. E per questo continuiamo convintamente la nostra azione.
Maria Lupica