DI FAUSTA TESTAJ’
E’ stato presente agli – STATI GENERALI DEL CINEMA- anche il regista,sceneggiatore e musicista Piero Messina. Il 43enne regista calatino –Dell’ATTESA– con protagonista Jiuliette Binoche,con il quale nel 2015 ha vinto il GLOBO d’ORO come Miglior regista esordiente, successivamente regista della serie Netfilx Subburra (seconda stagione)e della serie andata in onda su Canale 5 L’Ora-Inchiostro contro Piombo-in sieme a Ciro D’Emilio e Stefano Lorenzi, storia del giornalista Antonio Nicastro (Direttore del quotidiano l’Ora) che si trasferì da Roma a Palermo ed insieme ai suoi redattori raccontarono i vari episodi di criminalità che si susseguirono tra Palermo e Corleone, reduce dal recente succeso del film –Another end-.
- Come ti è venuta l’idea di fare questo genere di film come –Another end-
R: Ero a Venezia a presentare il mio primo Film –l’Attesa-, film molto personale, e mi ricordo che uscito dalla proiezione ho detto al mio produttore : “ il prossimo film voglio che sia altrettanto privato però voglio capire quanto posso spingermi verso il pubblico, vedendo se riesco a fare un film d’autore che però flerti con il genere”, e il genere che a me più affascina da spettatore è la fantascienza, sono anche un grande lettore di romanzi di fantascienza, e quindi ho detto :” voglio fare un film di fantascienza dove la fantascienza deve essere un veliero per quello che veramente voglio raccontare”.
- C’è qualcosa da cui hai preso spunto per raccontare questa storia
R: Si, un soggettino che avevano scritto dei ragazzi, con i quali ho scritto il film, che raccontava una storia di fantascienza vera nella quale c’era un’idea interessante, quella di poter trasferire la memoria dei defunti in quest corpi –ospiti- il soggetto dei ragazzi era vera fantascienza alla Spilberg, e io mi sono detto:” a me non interessa questa cosa specifica, ma se prendiamo in considerazione questa scissione fra corpo e anima e la colocassimo all’interno di una storia d’amore, usando questa fantascienza per permettermi di trasferire la mente di una persona morta nel corpo –ospite- di un’altra e chiedermi – che cosa amo quando amo qualcuno-a cosa mi dedico al corpo oppure alle parole, ai ricordi-
- Quant’è che veramente inizi a pensare a un film
R: Quando le parole diventano immagini, per Another End ad esempio mi è nata l’immagine di questi due corpi nudi che con la luce della mattina si svegliano, si guardano e si riconoscono, ho pensato al mistero di questo sguardo nel peso di questi corpi e mi sono detto che c’era qualcosa d’interessante da raccontare sull’amore e ho iniziato a scrivere cercando di arrivare a quest’immagine e per arrivarci ci ho messo 4 anni.
- E a realizzarlo?
R: Per realizzarlo abbiamo avuto problemi col Covid, noi eravamo quasi pronti poi il Covid lo ha distrutto dal punto di vista finanziario, dopo il Covid rifinanziarlo è stato difficile, perchè molto costoso, il mio produttore ci ha messo diverso tempo, però poi una volta finanziato per girarlo, montarlo e produrlo ci abbiamo messo un anno e mezzo.
- Dopo –l’Attesa- tu non hai più problemi a trovare distributori e finanziamenti
R: No, -l’Attesa- è un film che mi ha dato la possibilità di poter immaginare storie così ambiziose, di poter approcciarmi anche a degli attori così importanti un pò mi ha anche aiutato mi ha dato la possibilità di poter lavorare.
- Si, perchè io penso che in Italia non c’è tutta questa apertura verso la produzione e distribuzione di giovani talenti
R: Si è vero, neanche quando ho iniziato io che non mi ritengo più giovanissimo c’era questa apertura, l’apertura verso i giovani io non ricordo periodo storico in cui ci sia stata.
- Perchè si ha anche paura che il pubblico se non c’è un nome famoso che sia il regista o l’attore non va a vedere il film
R: Anche questo è vero malgrado il pubblico ha dimostrato di essere cangiante ad esempio un film d’essè come – Zona d’Interesse-che sulla carta non doveva incassare ha fatto cinque milioni di spettatori. Il film di Wenders ne ha fatti quattro milioni e mezzo ed è un film difficile per quanto bellissimo.Io credo che la condizione ideale per un’esordiente non ci sia sempre, però se ci sono idee inaspettate, inconsuete, esordienti e non, è più facile farsi produrre, perchè si è svelato un pubblico interessato a vedere non la solito cosa scontata e questo i produttori lo hanno iniziato a capire.
- Another End è stato distrubuito all’Estero?
R: Proprio la settimana prossima inizieremo con le reti estere e speriamo bene.
- E dove verrebbe distribuito?
R: Stiamo provando in tutto il Mondo
- Hai già un’idea per il prossimo film?
R: Ne ho tante idee ma non sono ancora inciampato nell’immagine fondativa, però stavolta non ci voglio mettere nove anni come ho fatto tra il primo e il secondo spero l’altro di farlo l’anno venturo.