Roberta Strano nata e cresciuta a Palermo, classe 1976. Laureata in scienze politiche, insegna, ed è poetessa e scrittrice.
Roberta, tu hai scoperto la tua passione per la poesia e la scrittura addirittura nell’adolescenza. Puoi dirci esattamente come e quando hai capito che sei portata alla scrittura?
Ricordo che era il 1991, poco tempo dopo il divorzio dei miei genitori. A causa delle mie vicissitudini familiari, unite a una grande fantasia innata, mi sono ritrovata a riversare su carta tutte le mie emozioni interiori. Le mie vicissitudini familiari mi portarono a rinchiudermi in me stessa e la scrittura a quel punto diventò per me, come mi piace definirla, “un rifugio dell’anima”.
So che già nel 1998 la tua vena è stata riconosciuta dal pubblico grazie alla rivista “Il Club degli autori di Melegnano (MI)”, dove hai pubblicato alcune delle tue poesie. Come sei giunta a questa
grande opportunità?
In un modo molto semplice, devo dire: sono andata in edicola e ho visto questa rivista e l’ho sfogliata, praticamente vi ho letto i vari bandi per partecipare a concorsi letterari. Questa rivista esiste ancora oggi e permette con un piccolo contributo di farti conoscere al grande pubblico, sia in cartaceo che online. Ma è nel 2011 che finalmente ho pubblicato una raccolta di poesie tutta mia, dal titolo “I riflessi dell’anima”.
Interessante, siamo nel 2014 la tua poesia “Un giorno di marzo” dedicata a Palermo viene inclusa nell’antologia Poetando Tra di Noi, pubblicata dall’Associazione Cult Pensiero di Palermo. Puoi
descrivere i pregi e i difetti della nostra città natale? Secondo il tuo pensiero.
In questa poesia tendo a sottolineare tutti gli aspetti positivi della nostra città natale, tra cui in primis il nostro bellissimo mare, le cui spiagge sono invidiate in tutto il mondo. Noi palermitani non abbiamo bisogno di andare in Spagna o in Grecia alla ricerca di un mare cristallino, ce lo abbiamo già.
Si, abbiamo superato anche la Sardegna come isola più bella. Nel 2023, nove anni dopo, ricevi a Partinico (PA), presso la Real Cantina Borbonica la medaglia alla carriera nel contesto della
Biennale Internazionale Sicily Trinacria. Secondo te, quale delle tue opere letterarie ti ha aperto la strada a questo prestigioso riconoscimento?
Si, in questa manifestazione letteraria ho avuto la possibilità di farmi conoscere anche in provincia di Palermo, dove ho presentato la mia trilogia storico-sentimentale, “Hans Thorkild saga”, in abiti medievali. Sono stata felice di ricevere questo prestigioso premio e non per il mio abito medievale…
Chi impersonavi nel 2023?
Matelda d’Altavilla. Sorella di Ruggero II re di Sicilia, lo so perché anche io come te faccio parte dell’associazione rievocativa culturale “Croce Normanna Ruggero II”.
Adesso la domanda spinosa. Perdonami la riservo a tutti. Ritieni che hai avuto abbastanza e meritati riconoscimenti per il tuo talento e impegno o ritieni che non sempre ottieni ciò che meriti?
Onestamente penso di meritare di più, perché quando scrivo, soprattutto i miei romanzi, che la maggior parte sono di ambientazione storica, studio molto, faccio ricerche, non lascio nulla all’improvvisazione. Tra l’altro ho anche frequentato corsi di scrittura creativa. Voglio dire che oltre alla fantasia tra le pagine dei miei libri c’è molto di più. Dal punto di vista letterario sono una perfezionista. Purtroppo altri poeti o scrittori, riescono a trovare con più facilità modi per farsi conoscere ai lettori, mentre io spesso rimango indietro. Mi piacerebbe se un giorno la mia saga diventasse una serie televisiva. Sono abbastanza ambiziosa, non lo nego.
MARIA LUPICA