L’effetto è minimo. La frenata dell’economia tedesca ha determinato solo un “assestamento” dell’interscambio commerciale fra Italia e Germania, che continua a viaggiare su livelli molto sostenuti. Dopo il record del 2022, l’anno successivo si è chiuso con il secondo valore più alto di sempre, confermando il contesto di crescita complessiva dopo la brutta frenata dovuta alla pandemia. Secondo i dati Istat, infatti, la Germania rimane il nostro principale partner economico, sia in termini di export (74,6 miliardi) sia di import (89,7 miliardi), con una partnership complessiva che nel 2023 ha raggiunto il valore di 164,3 miliardi. Si rileva così un calo del 3,7% dell’export e dell’1,4% per l’import, con una diminuzione della partnership commerciale pari al 2,5% rispetto al 2022. Anche per il 2023, il distacco della Germania rispetto al nostro secondo partner commerciale, la Francia, resta netto, con ben 54 miliardi di differenza.
“Pur registrando un calo rispetto al 2022, restiamo in anni globalmente di crescita per la partnership economica italo-tedesca”, ha dichiarato il consigliere delegato AHK Italien, Jörg Buck. “Anche in un contesto di recessione, rileviamo come gli anni post-pandemici abbiano dato sempre più evidenza di un rapporto di co-produzione strutturale tra i nostri due Paesi, con risultati ben superiori rispetto ai 127 miliardi del 2019. Il 2023 ci restituisce così il secondo risultato più alto di sempre. Se consideriamo, inoltre, che lo scorso anno l’inflazione è calata rispetto al 2022 e la diminuzione dell’interscambio è stata molto contenuta, possiamo continuare a fare affidamento sulla solidità dei legami commerciali costruiti con la Germania”.
Se si analizza la distribuzione territoriale, non si rilevano cambiamenti nella gerarchia delle regioni italiane più attive commercialmente con la Germania. La Lombardia continua a svolgere un ruolo di traino: da sempre al primo posto e con un peso che è aumentato negli ultimi anni, anche nel 2023 la regione ha registrato un valore (53,8 miliardi) più che doppio rispetto al Veneto e all’Emilia-Romagna, che occupano rispettivamente la seconda e terza posizione con 24,6 e 18,9 miliardi di euro. L’interscambio è invece più distribuito nel caso dei Länder tedeschi, con valori più omogenei tra i territori. A fare da traino in Germania sono il Baden-Württemberg, che con 31,9 miliardi conferma la prima posizione registrata già nel 2022, la Baviera (29 miliardi) e il Nordrhein-Westfalen (26,2 miliardi).
A livello settoriale, si conferma il ruolo fondamentale dei settori da sempre al centro dei rapporti italo-tedeschi. Troviamo al primo posto il chimico farmaceutico, con 25,8 miliardi, seguito dall’automotive con 25,76 miliardi, dunque in sostanziale parità; al terzo posto i macchinari con 22,33 miliardi, mentre la siderurgia vale complessivamente 21,27 miliardi. A livello di volumi, si osservano dinamiche peculiari per ciascun settore: in alcuni casi in linea con lo sviluppo di valore monetario (ad esempio nel caso dell’import automotive), in altri casi disallineati in eccesso o in difetto (ad esempio, il nostro export alimentare cresce in valore ma non in volume, mentre l’import nel chimico-farmaceutico cala molto più per valore che per volume).
Nel 2023 crescere soprattutto l’automotive: + 14% nell’export e +17% nell’import, trainato tuttavia a livello di volumi soprattutto dall’import (+16%). Anche i macchinari registrano crescite considerevoli, del 7% nell’export e del 11,6% nell’import, un aumento che ritroviamo anche nei volumi, dove l’import cresce del 26,7%. Dinamiche più diversificate, invece, per siderurgia e chimico-farmaceutico, dove i cali percentuali del valore non rispecchiano i cali di volume, molto più contenuti.
“I dati dimostrano la strutturalità dei rapporti italo-tedeschi pur nel contesto del rallentamento tedesco”, afferma la presidente di AHK Italien, Monica Poggio. “Stiamo attraversando una fase di rimodulazione dei nostri sistemi produttivi e la priorità per Italia e Germania sarà portare a termine trasformazioni decisive per coniugare sostenibilità, innovazione e competitività. La prossima legislatura europea sarà quindi fondamentale per rinforzare il mercato interno e proseguire sul percorso di transizione ambientale e di integrazione produttiva europea e i nostri due Paesi possono svolgere un ruolo determinante in questo processo”, ha concluso.