Papa Francesco sarà a giugno in Calabria ed ha scelto la diocesi di Cassano allo Jonio, il paese del piccolo Cocò, il bimbo di 3 anni freddato a gennaio da un colpo alla testa e poi bruciato in un’auto probabilmente nell’ambito di una vendetta di ‘ndrangheta. E’ stato lo stesso Bergoglio a comunicarlo all’arcivescovo Nunzio Galantino, appena nominato dal Pontefice segretario generale della Cei ad quinquennium, durante l’incontro in Vaticano giovedì scorso. Poi monsignor Galantino ha riferito la notizia in occasione di un incontro con i sacerdoti, i religiosi e i fedeli della sua diocesi, anche se una data esatta ancora non c’è.
Il segretario della Conferenza episcopale dei vescovi ha sottolineato il significato di questa visita: «La visita del Papa vuole essere l’occasione per chiedere, guardandoci negli occhi e dopo averlo fatto per iscritto, di essere “compreso” e “perdonato” e, come egli stesso mi ha ripetuto più volte giovedì mattina, per “chiedere scusa”. La visita era nell’aria. Il Papa che la settimana scorsa aveva incontrato i familiari delle vittime di ogni mafia aveva usato parole forti, all’Angelus, il 23 gennaio scorso, subito dopo il barbaro omicidio nel paese che purtroppo conta anche un altro efferato delitto, l’uccisione di un prete pochi giorni seguita al bambino trucidato.
Il segretario generale della Cei ha anche puntualizzato alcuni aspetti dell’evento: «La visita del Papa non può e non deve rappresentare un capitolo di spesa ingiustificata nè per la Chiesa Diocesana nè per le Amministrazione Comunali. Se si prevede di realizzare qualche intervento, deve trattarsi di interventi strutturali e duraturi per il bene della città».