Tra troll russi e attacchi a Mattarella, ancora nessuno è stato in grado di fornire dati completi che inquadrino le dimensioni del problema in Italia: si parla di dossier e indagi i ma i contorni sono sempre indefiniti. Non esistono quasi neanche i numeri ufficiali degli utenti attivi su Twitter in Italia. Andrea Barchiesi è l’ad di Reputation Manager, un’azienda che si occupa di reputazione online e di intelligence. “Twitter, da solo, non può spostare l’ago della bilancia dell’opinione pubblica – spiega – Questo significa che la struttura d’attacco rivelata finoranon è molto articolata”. Barchiesi spiega che perparlare di un vero e proprio attacco sui social network bisognerebbe reperire un ventaglio di piattaforme ben più ampio. “Deve funzionare tutto come un’orchestra. Un assolo di violoncello non basta. Da fuori è percepita come una dinamica complessa perché non si è abituati a queste guerre reputazionali. Un effetto, anche se non è quello che ci si aspetterebbe dopo giorni di bombardamento mediatico sulla potenzadelle fabbriche dei troll, comunque c’è: “Twitter non è la parte più aggressiva ma è la parte che arriva direttamente a politici, giornalisti e opinion maker – aggiunge Barchiesi – Arriva a quei soggetti che poi creano un’onda emotiva. Non alle persone comuni, ma a chi prende le decisioni. E come un tiro mirato”.