di STEFANO SOFI
E’ un Aspromonte liberato, accogliente, affascinante tra cascate, boschi, borghi, persone e tradizioni, da vivere percorrendone i sentieri che vengono minuziosamente indicati. Un Aspromonte finalmente libero dalla sua storia violenta, quella dei briganti o dei sequestri di persona, quella di terra covo della ‘ndrangheta. Come il dottor Jekill e Mr Hide, è la montagna del prima e del dopo. Dal buio al riscatto. Ora è Parco Nazionale, interpretato da associazioni, cooperative, rifugi, guide: terra di ospitalità, di borghi divenuti albergo diffuso, di scoperta che si offre ai turisti per raccontare uno sviluppo sostenibile, lo sforzo di crescita sociale ed umana.
Tutto questo e molto altro ci racconta “Guida all’Aspromonte misterioso, sentieri e storie di una montagna arcaica” edito da Rubettino, attraverso la passione e l’esperienza di due protagonisti particolari: Giuseppe Battaglia e Alfonso Picone Chiodo. Il primo generale dei carabinieri, già Comandante provinciale di Reggio Calabria dal 2017 al 2020 oggi alla Commissione europea come program manager esperto di terrorismo, criminalità transnazionale e ambientale, esperto di alpinismo, canyoning. Il secondo, agronomo presso l’Università di Reggio tra i primi in Calabria ad occuparsi di escursionismo, fondatore di associazioni nazionali e cooperative ecoturistiche, autore di numerose e preziose pubblicazioni sulla montagna che s’affaccia sullo Stretto.
Battaglia ci conduce con il suo racconto nel lato buio dell’Aspromonte: dai luoghi della vicenda del brigante Giuseppe Musolino ai borghi isolati che hanno visto nascere la ‘ndrangheta e poi la lotta alla criminalità da parte delle forze dell’ordine fino alla tragica pagina dei sequestri di persona. Ci porta lungo quei sentieri e quelle contrade arcaiche, paesini di affascinante bellezza sospesi tra cielo e mare eppure ritenuti per troppo tempo inaccessibili. Luoghi di povertà e sofferenza, di isolamento sociale e umano, così come già il meridionalista Umberto Zanotti Bianco, aveva denunciato nei primi anni del Novecento. Seguendo, ad esempio, la latitanza di Giuseppe Musolino ci si ritrova nell’area grecanica, che s’affaccia sul mare Ionio, avanti e indietro per luoghi che oggi ci appaiono di incredibile bellezza.
Picone ci racconta invece la trasformazione che quegli stessi luoghi – grazie soprattutto agli sforzi e all’impegno del movimento ambientalista – hanno subìto divenendo occasione di riscatto e di liberazione culturale, di recupero di tradizioni millenarie. Si alternano così, tra fotografie che raccontano la bellezza dell’Aspromonte, delle sue fiumare, dei suoi luoghi più impervi e mappe dettagliatissime per poterne ripercorrere in sicurezza quei sentieri, racconti di “cronaca nera” e sementi di speranza. Come scrive don Luigi Ciotti di Libera nella prefazione al volume: <Questo libro ci aiuta a conoscere il territorio in superfice, ma anche a scendere in profondità nella sua storia e nelle storie di chi – carabinieri e forze di polizia, magistrati, amministratori o semplici cittadini – l’ha voluto difendere e abitare con rispetto. Vi invitiamo allora a salire insieme sui monti dell’Aspromonte, senza scordarci di scendere in profondità verso noi stessi per ritrovare le radici del nostro impegno e ancorarlo sempre più saldamente alla consapevolezza dell’ingiustizia al desiderio di cambiamento>.