Nel suo ultimo libro dal titolo “Studio 45, alla sua seconda edizione, Vincenzo Varone – giornalista di lungo corso da oltre quarant’anni sulla notizia, nonchè attento osservatore dei mutamenti sociali della società – ci racconta con un stile asciutto e senza fronzoli i tanti ritardi della Calabria dai mille volti e dai mille destini. Un terra bella, ma nello stesso tempo aspra, inquieta e inquietante, dove le fughe forzate sono all’ordine del giorno a causa de tanti malesseri che l’attanagliano e dove la povertà negli ultimi anni è dilagata a macchia d’olio toccando anche la classe media ovvero quelle famiglie un tempo senza problemi economici. “Un vero e proprio dramma sociale – afferma Varone -che da anni mette giorno dopo giorno a repentaglio anche la dignità delle persone prive di risorse e di aspettative. Una situazione avvilente che ormai si tocca con mano in ogni angolo della Calabria tant’è che è sempre più lungo il rosario di gente onesta e laboriosa che non riesce più in alcun modo a sbarcare il lunario. Un lungo elenco che comprende chi ha perso il lavoro dalla sera alla mattina, che dava un minimo di sicurezza e di agiatezza, nonché quanti un’occupazione soprattutto tra le giovani generazioni non l’hanno praticamente mai avuta, nonostante il diritto al lavoro per tutti, nessuno escluso, sancito dalla tanto citata Costituzione cui si fa interessato e costante riferimento – rileva l’autore – durante i rituali delle nobili istituzioni. Parole quelle contenute negli articoli della “Carta” usate in più di un’occasione da chi detiene lo scettro del potere solo ed esclusivamente per incantare e per tenere buoni i cittadini elettori”.
Ma per fortuna la nostra gente – nonostante questo quadro d’insieme poco rispettoso dell’uomo e dei suoi diritti – riesce comunque a trovare la forza per tenere accesa la fiammella della speranza. Un comportamento legato allo spirito di sacrificio che caratterizza da sempre il popolo calabrese “allenato” per fortuna a risorgere dalle carestie e a far fronte con il proprio innato ingegno alle dimenticanze della storia e del potere costituito. Ma soprattutto grazie agli esempi di rettitudine che superano di gran lunga le malefatte di una minoranza di malavitosi e lestofanti i quali purtroppo – al contrario di chi vive nel decoro e nel rispetto delle regole – fanno continuamente audience e tiratura.
Un esempio di questa onestà vera e genuina – si legge nella presentazione del libro – abbiamo avuto modo di riscontrarlo personalmente tra gli eroi silenziosi che abbiamo avuto modo di incontrare a più riprese nella corsia di un ospedale vibonese” ai quali nella pubblicazione viene dedicata una approfondita riflessione. “Uomini e donne della porta accanto i quali nonostante l’assenza di prospettive lavorative serie e durature, nonché della malattia che incombe quotidianamente sulle loro spalle non hanno mai dato segnali di resa. A loro basta solo una pacca sulle spalle e qualcuno che ogni tanto li ascolti veramente e fino in fondo. Parlare può essere una medicina. Sapere ascoltare forse di più. Per il resto questi eroi silenziosi si affidano alla loro forza di volontà e alla provvidenza”.
Nel volume figura anche una breve biografia della Serva di dio Natuzza Evolo “il cui percorso umano e spirituale è ormai patrimonio dell’umanità. Nella parte dedicata a lei in questa seconda edizione si accenna in particolare alla sua vita unica e straordinaria, al suo cammino di povera tra i poveri e alla sua costante vicinanza, fino agli ultimi giorni della sua vita terrena, ai più bisognosi. Basti pensare che centinaia di migliaia sono state le persone giunte a Paravati in tutti questi anni da ogni dove ai quali la mistica ha saputo dare per oltre sessant’anni conforto e speranza. Una scia di popolo che ancora oggi continua ad essere presente quotidianamente in questo luogo senza steccati che è la Villa della Gioia e a percorrere il Viale della Salvezza con lo spirito di sempre e la Fede nel cuore.
Studio 45” contiene, inoltre, un’inchiesta sulla discarica dei veleni, sita sulla statale 18 tra Mileto e Rosarno, che si sospetta possa essere tra le cause dell’incremento dei tumori che si sono verificati negli ultimi anni nella zona. “Un luogo, dunque, ad alto rischio che impone alla politica e alle istituzioni di intervenire, ai cittadini di pretendere a gran voce che l’intera area venga bonificata e, infine, al mondo dell’informazione di non tacere nulla”. l libro racconta anche alcune vicende come quella del sacerdote omicida che nel 1908 ebbe come teatro San Ferdinando e quindi la diocesi di Mileto di cui quella comunità all’epoca faceva parte, del mortaretto miracoloso, dell’incontro di due giovani negli anni Cinquanta con “il mostro di Presinaci”, nella parte conclusiva figurano “visto l’interesse suscitato tra i nostri affezionati lettori che ci si seguono sin dai tempi delle primissime pubblicazioni- alcune delle storie e dei ritratti che sono apparsi nella prima edizione e che sono risultati tra i contenuti più cliccati attraverso il web. Uno strumento quest’ultimo al quale – sottolinea Vincenzo Varone – guardiamo con la dovuta attenzione, ma solo in seconda battuta. Per noi che siamo nati in un’epoca diversa e di gran lunga differente da quella dei “nativi digitali” al primo posto vengono ancora oggi i libri e giornali cartacei che sono gli strumenti con cui ci siamo formati e siamo cresciuti. Stagioni dai grandi sapori in cui ci hanno continuamente fatto vera e saggia compagnia la penna, i taccuini stracolmi di appunti in ordine sparso con tanti geroglifici incomprensibili a chiunque, le macchine da scrivere, i nastri continuamente da sostituire, i fogli bianchi da riempire, i resoconti a memoria e senza il tablet che all’epoca nessuno aveva neppure immaginato, l’inchiostro, il piombo, le linotype e le buste fuori sacco. Ed, infine – afferma l’autore con una punta di nostalgia – le cronache dettate al telefono al paziente stenografo di turno con l’invito del severo caposervizio a contenere il tutto nello spazio delle mitiche quaranta righe in cui ogni giornalista che si rispetti deve essere in grado di dire tutto. Decisamente una grande scuola sul campo. Ma questa è un’altra storia”.
Vincenzo Varone, da circa 40 anni corrispondente di Gazzetta del Sud, ha alle spalle una lunga attività giornalistica come direttore di più di una testata locale, di editorialista, nonché come autore e conduttore radiofonico e televisivo. Tra le sue pubblicazioni si ricordano “Sotto il Cielo di Paravati”, Diario di un cronista – 120 secondi e dintorni”, “Politica che passione” e “In Nome del popolo sovrano”
Studio 45, editore Libritalia.net, costo 5 euro, si può ordinare scontato presso il sito www.libreriauniversitaria.it – Amazon . Mondadori Store la feltrinelli.