Sanità campana da stabilizzare: sindacati medici in campo. Dito puntato su tutti i nodi di un sistema salute “precario”. A cominciare dalla nomina del commissario ad acta per la sanità (di competenza ministeriale) che a distanza di quattro mesi dall’insediamento della nuova giunta ancora non viene indicato dal ministero della Salute e dalla presidenza del Consiglio, per finire ai vertici di Asl e ospedali che da mesi sono affidati alla gestione provvisoria di commissari in attesa che giungano i direttori generali nei pieni poteri. Senza contare il processo di stabilizzazione dei precari in camice bianco, che reggono le sorti del 118 come dell’attività assistenziale in corsia, ma la cui immissione in ruolo è affiata a un fai-da-te delle singole aziende sanitarie che presta il fianco a forzature normative, inadempienze e in alcuni casi arbitri che potrebbero creare altri esodati del pubblico impiego.
A puntare il dito sono la Cisl Medici, La Cimo, l’Anpo, l’Aaroi, la Fesmed e il Fassid uniti in un fronte comune intersindacale per denunciare tutti i nodi della sanità campana frenata da ritardi nazion
ali , regionali e in capo alle singole aziende sanitarie.
“Quando il premier Renzi parla di questione meridionale – avverte Antonio de Falco – segretario regionale della Cimo – dovrebbe focalizzare l’attenzione anche sul fatto che ritardare la nomina di un commissario in una regione in Piano di rientro significa paralizzare ogni attività alimentando il ritardo della Campania in ordine alle attività di programmazione su un nervo scoperto come quello della salute pubblica. Siamo preoccupati – aggiunge De Falco – del permanere di commissari ai vertici delle aziende sanitarie che impedisce di pro gemmare a lungo termine le attività”. E ancora: “Bisogna disciplinare per decreto le procedure di stabilizzaizone dei medici precari scattate all’indomani della circolare emanata prima dell’state da De Luca per evitare che vi siano interpretazioni normative non omogenee”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Vittorio Russo, leader dell’Anpo (Primari ospedalieri) che stigmatizza il fatto che molte divisioni ospedaliere sono rette da anni da facenti funzioni senza che vi sia una prospettiva per dare certezze alle prerogative contrattuali e alle procedure concorsuali. È poi Galano, dell’Aaroi (Anestesisti e rianimatori ospedalieri) a denunciare la grave situazione dei medici del 118 “che rispondono ad almeno quattro profili contrattuali diversi con una buona fetta di giovani dottori, ormai cinquantenni, che ancora sono inquadrati con rinnovi di contratti a scadenza.
Una Sanità campana che fa acqua da tutte le parti e che naviga a vista da troppi mesi secondo i sindacati, Situazione aggravata dai tetti di spesa esauriti nel settore convenzionato, da atti aziendali di Asl e aziende ospedaliere ancora al palo, da uno sblocco del turn-over che procede a rilento per il personale cessato, e da procedure di stabilizzaizone dei precari normativamente disomogenee . “Ogni azienda è un’isola indipendente – conclude De Falco e in nome dell’emergenza non si applicano con rigore norme che vanno da quelle che regolano i contratti a quelle che disciplinano il reclutamento del personale per la mobilità, fino ai concorsi e alle procedure per la stabilizzazione che alla Asl di Salerno è stata addirittura affidata all’autocertificazione dei diretti interessati. Un caos che solo l’intervento del ministero, per quanto di competenza riguardo alla nomina di un commissario) e la Regione per quel che concerne le attività di programmazione e controllo, può governare per il bene della sanità regionale, dei cittadini ce della categoria professionale dei medici.