Alcuni documenti sfatano definitivamente certi luoghi comuni ed Eroi solo nostrani. E’ il caso di Malta e di quello che qui accadde nel 1864.
L’allora celebre cartografo fiorentino Attilio Zuccagni Orlandini apre scorci davvero imprevedibili.
Alla nascita il cartografo si chiamava Attilio Orlandini e prese poi il nome dello zio materno, il botanico Attilio Zuccagni, che nel 1807 morendo lo lasciò suo erede. Si laureò in medicina a Pisa dopo aver compiuto lunghi viaggi, in Italia e all’estero. Oltre che dedicarsi al mondo dell’Istruzione, Zuccagni Orlandini si interessò alla cartografia e nel 1861 ottenne la cattedra di Statistica presso ‘Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento di Firenze che resse fino alla sua morte, nel 1872. Nella sua raccolta di dialetti con illustrazioni etnologiche Egli menziona una mia omonima fiorentina all’epoca (1864) una adolescente che, vissuta per un certo periodo a Malta, e conoscendo oltre alla lingua inglese il maltese, lo aiutava nelle sue interessantissime ricerche con abnegazione e competenza.[1]
Riporto testualmente: “Il Ch. professor Vassallo, che con tanta cortesia corrispose alla domanda della traduzione del dialogo sul Vernacolo Maltese, facendo plauso a un pensiero, ne avvertiva della necessità assoluta che le prove di torchio fossero rivedute e corrette a Malta. Una tale avvertenza imbarazzava assai perché trovata ben giusta; e difatti recherà non lieve sorpresa la stranezza delle voci e la loro grande differenza da quelle usate in tutti gli altri dialetti italiani. Fortunatamente fui avvertito trovarsi in Firenze la concittadina Elena Pierotti la quale essendosi trattenuta in Malta pel corso di alcuni anni imparò praticamente e per principi grammaticali non solo l’idioma inglese ma il vernacolo maltese ancora. Con somma gentilezza essa si prestò alla correzione delle bozze stampate, e ripetè quella revisione per ben quattro volte. Ciò indica la perdita di tempo che avrebbe cagionata la ripetuta spedizione delle stampe a Malta; e siano dunque rese le dovute grazie a quella cortese istruitissima giovinetta”.
Il riferimento è a Cesare Vassallo che ritroviamo menzionato anche nel Catalogo dei codici e del manoscritti inediti che si conservano nella Pubblica Biblioteca di Malta (1856). La giovinetta mia omonima mi apre squarci anche personali davvero stupefacenti che proverò a definire. Certo è che in quel 1864 Giuseppe Garibaldi con i suoi figli si recò a Malta e non fu affatto accolto in maniera calorosa. I Maltesi preferivano di gran lunga la Gran Bretagna alla nascente Italia Unitaria.
La sorte di Malta, decisa col trattato di Parigi del 1814, quando l’Isola era passata in “piena proprietà e sovranità a Sua Maestà britannica”, non era stata riconosciuta dal re di Sicilia, escluso peraltro dal trattato di Parigi. Ancora nel 1829 i Borbone avevano provato ad intervenire nelle cose di Malta in occasione della nomina del Vescovo ma incontrando un netto rifiuto da parte inglese. La storia politica di Malta sotto il dominio inglese si riassunse dunque nella lotta per le libertà costituzionali che Sua Maestà Britannica non mancò di sostenere.
Comunque si interpretino queste situazioni politiche, certo è che Garibaldi non era per i maltesi un eroe. La sua presenza fu addirittura ritenuta inopportuna perché, suppongo, l’italianità si univa a scelte più consapevoli di quelle confluite nell’Unità nazionale.
Perché il cartografo Zuccagni si fece aiutare dalla mia omonima e perché questa Elena si trovava proprio a Malta? Porto alcune documentazioni così forse è possibile aprire un interessante squarcio.
Alla Biblioteca nazionale centrale di Firenze troviamo diverse lettere appartenute a donne che portano il mio cognome. Tra queste la lettera di Assunta Pierotti del 1864 e la lettera di Cesira ed Elena Pierotti del 1867. Tutte indirizzate all’allora Sindaco di Firenze capitale Cambray Digny. Lo stesso era stato in epoca napoleonica il Governatore di Castelnuovo Garfagnana.
Ed allora presumo che la conoscenza delle stesse col sindaco avesse antico retaggio.
Assunta potrebbe essere, ma il condizionale è d’obbligo, quell’Assunta citata dal conte Giovanni Sforza che in una sua pubblicazione[2] la ricorda come la nonna di sua moglie, Elisabetta Pierantoni, sposata nel 1869. Erano di Lucca ma di fatto quella Assunta proveniva dalla Media Valle, Valdottavo, ed i suoi congiunti erano anche Garfagnini.
Cesira ed Elena potrebbero essere due sorelle. Figlie di chi? Un dubbio attanaglia la mia mente. Il pittore Giuseppe Pierotti, nato nel 1826 e deceduto nel 1884 nativo di Castelnuovo Garfagnana nel 1870 viveva a Firenze, in via delle Ruote, fortezza da Basso. Era compagno di studi ed amico di Giovanni Fattori e Telemaco Signorini.[3]
Aveva con sé la famiglia o la sua famiglia stava a Castelnuovo Garfagnana? Più probabile che alcuni suoi congiunti lo avessero raggiunto. Non sono qui a disquisire sul fatto che il mio trisavolo di Lucca era nato e morto lo stesso anno del pittore e si chiamava come lui. I silenzi familiari sono silenzi, l’Assunta menzionata era comunque cugina del nonno, questa una certezza. Comunione con Cambray Digny, anche.
Se per un certo periodo erano vissuti a Malta, la cosa potrebbe anche non stupirmi. Erano senza dubbio anglofili. Probabilmente rappresentavano un collante tra l’Italia in fieri e il mondo anglosassone. Ed il riferimento è al movimento di Oxford. Non solo perché il loro Duca Borbonico ne fece parte ma arche perché ancora sul finire del XIX secolo un loro cugino, il cardinale Raffaele Pierotti, teneva rapporti epistolari con membri del Movimento. Una realtà che aspirava a riagganciare il mondo riformato inglese e che mai potette produrre i suoi frutti.
La versione ufficiale vuole Garibaldi a Malta per consentire a quella terra in modo laico di riavvicinarsi politicamente all’Italia. La fredda accoglienza del generale dovuta alle posizioni cattoliche dei maltesi e alla totale avversione di Garibaldi a Pio IX. Gli storici dimenticano di ricordare che i maltesi erano sì cattolici, ma altresì legati a quel mondo inglese che aveva fatto del dialogo tra le religioni motivo di coesione durante tutto il risorgimento.
Eroe dei due Mondi sì, ma non eroe europeo, tanto meno anglofilo. Gli inglesi amavano Garibaldi nella misura in cui aveva rappresentato il compromesso. Ed i maltesi ancor più degli inglesi non accettavano i compromessi.
Sir Antonio Panizzi scrisse da Londra a Lucca nel 1870 all’amico Raffaelli che i Savoia erano “gli intrusi del Quirinale”. [4] E se lo sosteneva Panizzi! Che cattolico non era sicuramente, peraltro convertitosi alla religione anglicana! Figurarsi i maltesi! D’altra parte Garibaldi con la sua impresa si era turato il naso di fronte a tali compromessi! Se qualcuno dunque sfoggia l’idea che sua Maestà Britannica propendesse per la soluzione unitaria italiana così come si profilò, non offre una versione corretta dei fatti. Tanto meno sostiene una versione corretta degli stessi fatti in riferimento agli Stati Uniti perché l’allora presidente Buchanan votò contro la risoluzione di condanna di Giuseppe Binda, il patriota lucchese naturalizzato statunitense, che avrebbe voluto mantenere in piedi una possibilità federalista per il nostro Paese.
Sono i documenti, e solo loro, ad aprire veri squarci storiografici!
Tag. Cambray Digny; Giuseppe Garibaldi; Carlo Ludovico di Borbone Parma; Giuseppe Pierotti, Telemaco signorini; Giovanni Fattori, Giuseppe Garibaldi.
[1] Attilio Zuccagni-Orlandini, Dialetti italiani con illustrazioni etnologiche, Anno 1864, p- 421, in nota.
[2] Giovanni Sforza, Ricordi e Biografie lucchesi, Lucca editore Baroni 1919
[3] Biblioteca nazionale Centrale di Firenze, Carteggi Vari, 471,62
[4] Archivio di Stato di Lucca, legato Cerù, Rif. Raffaelli.