Qualcuno conosce questa famiglia? E’ Calabrese ma il suo ramo principale romano. Il ramo romano dei Savelli ha avuto un peso rilevante fino a fine settecento, quando si è ufficialmente estinto. Ma altre ramificazioni sono rimaste, Non ultima quella dei Pietramala. La Calabria non è affatto distante da Roma, ma neppure da Torino, come potremmo immaginare. E qui spiegherò perché.
Un ramo di questa famiglia lo ritroviamo in Corsica. La Corsica fu Stato cuscinetto, anche se di fatto prima sotto Genova e poi francese. Qui a loro modo continuarono a proliferare quelle Consorterie medievali che nei giudicati avevano visto la grandezza di terre come Sardegna a Corsica nel Medioevo. Nella prima metà del XIX secolo troviamo un Savelli ( probabilmente di Corsica ma potrebbe essere anche di Pietramala) di stanza in Vercelli, a combattere per valori risorgimentali mazziniani ed al contempo cristiano sociali. Perché il cristianesimo sociale non nasce a fine XIX secolo ma è una tradizione antica di molte famiglie italiane appartenenti alla nobiltà di spada, legata ai paesi d’oltralpe Riformati.
Il quadro è facilmente definibile. Un padre gesuita vissuto dal 1795 al 1873, nobile di nascita e lucchese, padre Gioacchino Prosperi, trova in Torino la sua base di appoggio grazie all’amicizia con gli ambienti sabaudi e con gli stessi Savoia. All’epoca Carlo Alberto voleva, di concerto con l’Europa giansenista, costruire in Italia, accanto agli altri sovrani della Penisola, un’unità nazionale federale che permettesse all’Italia di riappropriarsi delle sue radici europee. Ma Carlo Alberto nel 1834 viene messo alle strette ed è costretto a espellere in via ufficiale Prosperi da Torino, salvo poi permettergli di viverci liberamente ma sotto copertura. ( tutto documentabile). Prosperi è un fra massone e un Arcade ( tra gli arcadi di Roma Epidauro Alseideo, il che denuncia le origini alchemiche della famiglia Prosperi di antica tradizione).
Perché uno che di madre faceva Maria Angela Castiglioni ( i Castiglioni di Olona sono cugini dei fratelli Verri, ed infatti Prosperi frequentò gli ambienti Manzoniani) avrebbe dovuto nel 1815 divenire padre gesuita? Oltretutto gli ambienti lucchesi di padre Prosperi sono legati a quei Chierici Regolari che sostituirono proprio i padri gesuiti a partire dalla Controriforma non facendoli mai approdare in città a Lucca? Per di più padre Prosperi è amico e confidente di Eleonora Bernardini, una nobile lucchese imparentata con papa Lambertini di Bologna che nel settecento aveva sciolto l’Ordine gesuita. Ed è di questa in città anche vicino di casa. L’abitazione dove morrà nel 1873, che appartenne alla madre di padre Prosperi ( Maria Angela Castiglioni) era adiacente a casa Bernardini. Semplice, Prosperi è un giansenista. Viene infatti ripetutamente accusato di questo pubblicamente, salvo poi restare sempre un religioso fino alla sua morte, nel 1873. Un religioso che dal 1826, uscito dall’ordine gesuita ed approdato all’Ordine francescano, continua inesorabilmente a lottare per i suoi ideali rivoluzionari.
Tutti i suoi familiari del resto per tradizione sono sepolti in San Francesco di Lucca. E i Savelli di Pietramala? Ed i Savelli Corsi? Sicuramente il Savelli di stanza a Vercelli rintracciato che rientra nella cerchia del rivoluzionario Prosperi come confermato da pubblicazione dell’amico e confidente del religioso, Gioacchino De Agostini, segue la politica di Prosperi tesa a far emergere dell’Ordine gesuita quelli che il religioso nelle pubblicazioni chiama”i gesuiti sani di mente”. Lui, anche approdato ad altro Ordine, mai si allontanerà del tutto dai suoi ex confratelli.
Prosperi, che aveva la lingua sciolta, fece anche nomi e cognomi. Si trattava di padre Boero e padre de Ravignan, che erano legati agli ambienti d’oltralpe. Perché nel 1815 non tutti dentro all’Ordine evidentemente volevano abiurare i principi illuministi e, oserei dire, giansenisti. Nel 1826 però il contrasto di Prosperi con gli ex confratelli divenne insanabile. L’uscita dovuta ai sopraggiunti contrasti col generale gesuita Fortis era nell’aria. E allora, furono i Francescani ad accoglierlo, quei francescani che il 5 maggio 1821 stavano in Sant’Elena a confortare il morente Napoleone, come ci ricorda lo stesso Prosperi nelle lettere, una volta abbracciata la fede bonapartista. Abbracciata o mai abbandonata? I Bonaparte ebbero con Lucca e con la famiglia Prosperi serrati legami ben prima dell’avvento napoleonico, facilmente documentabili. Del resto la Magione del Tau anche questa in Lucca, adiacente a Casa Prosperi, vede in Saint Jacques du Haut Pas a Parigi la chiesa che fino al settecento appartenne al Tau. E che non fu mai violata né dai rivoluzionari parigini né da Napoleone perché al suo interno continente le spoglie mortali del massimo collaboratore di Giansenio. Ed anche perché il Tau appartenne ai Capponi fiorentini, che da Gran Maestri difesero l’ordine fino al cinquecento, quando dovettero capitolare di fronte alle richieste di Cosimo de’Medici. Ma un “cugino” lucchese di padre Prosperi, il pittore Giuseppe Pierotti, in una lettera indirizzata a Gino Capponi del 1860 con una frase smaschera l’appartenenza sua e del Capponi proprio a questi cavalierati, descrivendo scavi archeologici, oggi non rintracciabili, nel dettaglio svoltisi in quel periodo in zona. Un filo di Arianna dal Medioevo? Evidentemente sì. La nostra storia nazionale non è stata descritta in modo onesto.
I Savelli di Pietramala come i cugini Savelli Corsi coinvolti nelle vicende del periodo Risorgimentale quando l’Italia era davvero vicina all’Europa, quando all’interno della Chiesa romana erano in parecchi a non abbracciare il “contentino” che i Congresso di Vienna aveva voluto rivolgere a Roma. In quest’ottica dobbiamo fotografare il quadro. Del resto sempre lo stesso Prosperi ci parla di Pasquale Galluppi e dei suoi rapporti stretti con Sant’Alfonso de’ Liguori e con gli ambienti Corsi che coi Bonaparte mazziniani nei primi anni del nostro Risorgimento lottavano per un’Italia libera dallo straniero ma al contempo non asservita ad un sistema Europa che non la riconosceva nella sua grandezza e specificità. Fu il centralismo successivo a distruggere il potenziale innovativo che la borghesia napoletana e la nomenclatura del sud al pari del resto d’Italia aveva espresso.
Ecco perché i Savelli di Pietramala ed i Savelli Corsi perseguono la stessa politica territoriale, economica, culturale. Ho documentato tutto in rete. Un invito alla riflessione. Luciano Bonaparte, fratello di Napoleone I° era intimo di padre Prosperi e dell’intera sua famiglia. Era stato l’ultimo protettore in Spagna di Luigi Ridolfo Boccherini, il celebre musicista cugino per parte paterna di padre Prosperi. Finanziava con i Bonaparte restanti le vicende peninsulari del periodo che vedevano in Corsica un nutrito partito che voleva un riavvicinamento politico dell’Isola all’Italia. Sempre in un’ottica federale. Documentabile e che apre scenari del tutto inconsueti sulla grandezza morale, materiale, spirituale ed economica del nostro Paese, che l’Unità nazionale concepita in modo univoco non ha potuto esprimere.