“Ugo de’ Borgognoni da Lucca (Lucca 1180-Bologna 1258) è stato un medico italiano considerato uno dei più grandi maestri di chirurgia nel Medioevo. Studiò a Salerno. Era nato da nobile famiglia lucchese e fu chiamato a Bologna nella neonata università dove insegnò chirurgia. A lui si deve la confutazione delle teorie galeniche riprese proprio dalla Scuola Medica Salernitana e dalla chirurga islamica sulla guarigione delle ferite. Avendo fatto grande esperienza al seguito della V Crociata, aveva notato come le ferite guarissero meglio se lavate con vino o con altre sostanze bollite, fasciate con lini puliti e immediatamente saturate. Questo suo metodo anticipò di molti secoli la scoperta dell’antisepsi, non ebbe all’epoca molta considerazione e fu seguito solo da pochi, tra i quali suo figlio Teodorico”.
Questa tradizione medica che affonda dunque le sue radici nel Medioevo venne ripresa nella città toscana con la fondazione da parte della Repubblica lucchese nel 1787 con la nascita di un’Università. Ateneo che rimase attivo anche dopo l’incorporazione del Granducato di Toscana nel Regno di Sardegna col nome di Regia Università di Lucca. Ciò fino al 1867. I legami a partire dal Medioevo tra la celebre Università di Salerno e Lucca furono molteplici.
Sappiamo che prima che fossero aperte le prime università, nell’alto medioevo, la trasmissione delle conoscenze al livello più alto avveniva presso i grandi monasteri e le scuole scrittorie delle cattedrali. A Lucca, che a quell’epoca fu capitale della Tuscia, esistette certamente una scuola scrittoria ove si potevano studiare le lettere, la teologia, la legge e forse anche la medicina. Da questa antica scuola scrittoria deriva il fatto che gli arcivescovi di Lucca conferivano lauree. Per il XV secolo, ad esempio, nei documenti della Cancelleria Arcivescovile si trovano i nomi di oltre 130 persone addottoratesi a Lucca per concessione della suprema autorità ecclesiastica. Tale usanza, come vedremo, perdurò, anche se solo a livello cerimoniale, fino alla metà del XIX secolo. Il 6 giugno 1369 l’Imperatore Carlo IV concesse allo Stato lucchese l’Istituzione diano Studium Generale.
Il 13 settembre 1387 tale concessione venne anche dal papa Urbano VI. Un solo tentativo fu fatto per creare lo studium durante il XIV secolo, per la precisione nel 1376, ovvero quando si aveva solo la sanzione imperiale. Tale tentativo si esaurì senza risultati per motivi che i documenti conosciuti non ci permettono di appurare.
I legami con la Scuola Salernitana dunque, che Federico II istituì e che sarà al centro degli studi medici.
Anche se Lucca non ebbe mai a parte il periodo citato, una sua università perché si pensava fosse disdicevole e pericoloso per uno Stato indipendente così come del resto capitava un po’ ovunque. A Milano l’Università di riferimento fu Pavia. A Firenze fu Pisa, A Venezia Padova. Per citare tre illustri esempi.
Non mancarono comunque illustri studiosi e scienziati, anche in campo medico, a riprova dell’antica tradizione cittadine.
Lando Colle nel 1389 lettore di Medicina. Nel XVI secolo ci fu Pietro Simone Simoni che fondò il collegio medico della città per poi spostarsi a Parigi, Ginevra, Lipsia e Polonia. Fu esule in terra elvetica per le accuse di eresia. La lista dei medici fu lunga. Ma qui ritengo opportuno concentrarsi sul valore medievale della Medicina e dell’alchimia. Federico II appartenne verosimilmente all’Ordine Templare per un certo periodo e le sue conoscenze di derivazione araba ci riportano con la mente a quei cavalieri crociati cui ho fatto cenno ed a cui appartenne anche il medico Ugo de’ Borgognoni.
In Lucca non solo fu diffuso l’Ordine Templare ma anche antecedentemente il cavalierato del tau che fu Maestro nella cura degli infermi e dei Crociati. Matilde di Canossa viene annoverata in Lucca come la fondatrice di molte delle cento chiese esistenti. Ma fondò dappertutto anche ospedali. Per curare i locali ma soprattutto i pellegrini e in epoca successiva, i Crociati.
Sembrerebbe dunque che tra i territori partenopei che facevano indubitabilmente capo a Salerno e la città toscana ci fossero parecchie assonanze.
Federico II aveva un particolare interesse per queste terre. Visitò ed amò San Pellegrino in Alpe, ridente località montana tra Lucca e Modena ad oltre millecinquecento metri che lo vide non solo pellegrino ma devoto fedele.
I Ducati Longobardi, Benevento come Lucca, ebbero sicuramente un ruolo decisivo in tali dinamiche, che mantenne legami nel corso dei secoli.
Il personaggio della mia tesi, padre Gioacchino Prosperi, vissuto dal 1795 al 1873 e che appartenne a famiglia nobiliare cittadina, fu un arcade definito tra gli Arcadi di Roma Epidauro Alseideo. Tale dicitura non è affatto casuale. Il nostro non fu un medico ma un professore di storia, di Grammatica e Retorica. Dunque niente che apparentemente lo leghi alla medicina. Eppure Epidauro è il comune greco nel Peloponneso conosciuto principalmente per il suo Santuario dedicato ad Asclepio, il guaritore figlio di Apollo. Quest’ultimo non fu solo il dio delle arti mediche ( suo figlio Asclepio appunto ne fu titolato) ma della musica, della profezia e della poesia.
La famiglia cui Prosperi appartenne era una famiglia di musicisti, profeti(?). poeti e evidentemente medici e/o farmacisti. Dico questo perché Prosperi fu cugino di Luigi Rodolfo Boccherini e la tradizione musicale era di casa, a partire verosimilmente da quel Medioevo cui traevano origine i suoi natali. Ma soprattutto l’alchimia, probabilmente famiglia legata alle tradizione esoteriche cittadine, di cui ho trattato in un articolo pubblicato recentemente.[1]
Un grande amico di padre Prosperi fu il sacerdote lucchese Evaristo Giannini. La famiglia Giannini fu sin dal Medioevo legata ai farmacisti cittadini. Tutt’ora a Lucca i principali titolari di farmacie appartengono a questa famiglia.
Alseide in riferimento ai boschi poiché le aldeidi sempre per la mitologia greca erano le ninfe dei boschi che terrorizzavano i viandanti. Ora è del tutto evidente che il religioso non terrorizzava nessuno. Ma i boschi furono per gli alchilici medievali un riferimento sicuro con le numerose piante officinali da cui traevano la loro scienza. E il terrore poteva essere riferito, qui il condizionale è d’obbligo, ad appartenenza familiare ad Ordini monastici o cavallereschi che nei boschi transitavano e controllavano il territorio incutendo certamente timore. Ma quest’ultima è solo una mia supposizione. La famiglia Prosperi in ogni caso era legata agli ambienti curiali cittadini, ancora nel XIX secolo. Come non legare tutto questo a quell’esoterismo “scientifico” proprio della scuola medica salernitana medievale? Se Federico II e Dante Alighieri rappresentarono per queste frange dei riferimenti determinanti, è ripercorrendo propio l’epopea dantesca che scopriamo la grandezza del Grande Federico e della Salerno che l’ha rappresentato. Di antichissima formazione, la scuola medica salernitana vide nell’imperatore Svevo ampio riconoscimento.
Tuttavia non deve destare stupore la condanna di Federico da parte di Dante, che lo pone nell’Inferno. Dante ammirava l’uomo, condivideva il suo progetto politico ( l’Universalismo Monarchico) magnificava le sue virtù cortesi, lo considerava l’ultimo Imperatore dei Romani; ma non poteva giustificare colui che aveva fatto della sua corte una sorta di ecclesia imperiali, fino a farsi identificare nel nuovo Messia, nel mistico agnello dell’apocalisse.
Dante fu un seguace d’amore. Come Federico II legato all’Ordine Templare. Ma Federico andò oltre, e nell’ottica di Dante superò il livello di guardia. Nonostante ciò gli dobbiamo la Magnificenza di Istituzioni come quella salernitana, e legami profondi dentro la Penisola tra luoghi diversi geograficamente. Legami che purtroppo in taluni casi sono stati trascurati dalla storiografia.
[1] www.storico.org ( Lucca esoterica: i Templari sulla via Francigena.