Quando si parla del Sud palla al piede del Paese, del Sud sottosviluppato e altre amenità del genere si dimentica che il Mezzogiorno ha avuto un ruolo chiave nella trasformazione dell’Italia in un paese industriale. E lo ha avuto proprio nel momento della formazione dello stato italiano. Basta leggere queste poche righe della voce Questione Meridionale di una fonte attendibile e accreditata quale può essere l’Enciclopedia Treccani. Si scopre ad esempio che nel 1907 furono proprio le rimesse degli emigranti meridionali a salvare la Fiat attraverso il Banco di Napoli e con la “complicità” della Banca d’Italia…
“Il problema fondamentale per un processo di industrializzazione in un mercato aperto era costituito dal finanziamento delle importazioni necessarie per lo sviluppo economico e quindi dei mezzi per mantenere l’equilibrio della bilancia dei pagamenti. La risposta italiana o, se si vuole, l’arma segreta del capitalismo italiano per finanziare il suo sviluppo, sarà la trasformazione di una gran massa di contadini, prevalentemente meridionali, in emigranti produttori di reddito all’estero, invece che in coltivatori proprietari e quindi produttori consumatori all’interno.
Si sceglie così di porre l’agricoltura al servizio dell’industrializzazione, attraverso le rimesse degli emigranti piuttosto che attraverso più proficui scambi intersettoriali giocati sull’ampliamento del mercato interno. Anche a prescindere dalla reiterata interdipendenza tra settore primario e industria in espansione, non è possibile negare la connessione tra Nord e Sud proprio nello sviluppo del processo di industrializzazione. Un esempio significativo resta il sostegno all’apparato industriale settentrionale, colpito dalla crisi internazionale del 1907, grazie agli interventi della Banca d’Italia e alla liquidità assicurata dalle rimesse degli emigranti meridionali”.
(Fonte Enciclopedia TRECCANI)