Domenica 27 novembre, Dacia Maraini, intervistata su RAI 1 da Pippo Baudo, in occasione della presentazione del suo ultimo lavoro “L’amore rubato” ha dimostrato un disappunto nei confronti degli artisti contemporanei sostenendo che, ormai oggi scrivono e dipingono tutti arrogandosi il titolo di artista, pur non avendo compiuto gli studi adeguati.
E’ vero che il web, oggigiorno è saturo di pseudo artisti, falsi poeti e scrittori di infimo grado, però aggiungiamo “ Per fortuna ancora c’è chi si dedica all’arte!”. Ciò dimostra che qualcuno ha ancora il coraggio di esternare sentimenti plurimi: rabbia, amore, passione, diniego e così via, attraverso tele, poesie , sculture e romanzi; sta a noi poi, giudicare se belli o brutti, se piacevolmente intriganti e se meritano la nostra attenzione.
Chiaro è che le strutture letterarie vengono spesso accantonate, che le tecniche artistiche completamente abbandonate, ma proprio qui sta l’innovazione!
Già durante il Romanticismo subimmo attacchi letterari da parte del resto d’Europa: i paesi emergenti europei alle prese con la rivoluzione industriale, noi, invece, ancora legati alla necessità di Patria, di Unità e soprattutto agli schemi letterari provenienti dai classici e dal Rinascimento artistico; ora, i nuovi artisti sono principalmente vittime di riforme scolastiche adottate, che accantonano, in nome della modernità, tutti quei principi tecnici, di cui ne andiamo orgogliosi, al fine di creare macchine economiche e produttive per migliorare il Paese: l’artista è un balordo perditempo che non produce.
Da qui la mancanza di cultura, di apertura mentale dell’italiano medio che preferisce il Grande Fratello ad una esposizione artistica o alla presentazione di un libro, senza sapere che il Grande Fratello è una rivisitazione del giurista e filosofo inglese Jeremy Bentham che nel 1786 fondò l’utilitarismo e sua “aritmetica morale” derivante dalla concezione della natura umana sottomessa al piacere e al dolore: li si ride poiché esce di tutto, alla mostra invece, una noia mortale, specie se non c’è il rinfresco ovviamente a carico degli artisti.
Non parliamo poi dei critici d’arte e dei recensori che dietro lauta ricompensa fanno di una crosta un Tintoretto e di un obbrobrio letterario la Divina Commedia, specie se poi offri pranzo e hotel!!
Alla Dacia nazionale chiediamo una più propensa apertura mentale a chi vuole comunicare attraverso l’arte, ad apprezzare gli artisti di questo tempo e, se l’arte come lei sostiene è artificio, cioè modo di rappresentare la realtà attraverso esternazioni spontanee di emozioni, sensazioni e sentimenti, dobbiamo dire di essere fieri di avere ancora un gran numero di ideatori che manifestano l’interiorità spesso repressa dalle circostanze sociali attraverso esplicazioni chiare o sottese: sta solo al nostro gusto personale giudicare un’opera, gratuitamente poiché l’arte non ha prezzo.
- S Aliberti Borromeo