di SIMONA D’ALBORA
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono fiori, cantava Fabrizio De Andrè, così come dai rifiuti abbandonati nella terra dei fuochi può nascere un progetto. L’idea è venuta a una trentina di donne che vedono ogni giorno i rifiuti accumularsi, i roghi provocati dalla criminalità e respirano quell’aria perché altra non gliene è data di respirare. Così, mentre ancora gli esperti cercano di capire se esiste una correlazione tra rifiuti e tumori, queste donne hanno notato che proprio quei rifiuti continuavano a rimanere a terra, a moltiplicarsi e ad essere bruciati e hanno avuto un’idea. Da due mesi li raccolgono per il loro progetto: riciclarli. Loro sono le mamme coraggio e girano per le terre abbandonate di Acerra, Caivano, Chiaiano, Pomigliano, Cancello, insomma quelle terre che sono diventate discariche, e recuperano tutto ciò che è recuperabile. Si chiama sgommiamo le campagne, la campagna che stanno promuovendo per il recupero e il riciclo dei rifiuti, ma principalmente cercano di togliere il più possibile dalla strada. Insomma mentre ancora si discute su inceneritori, termovalorizzatori, siti di compostaggio, queste trenta mamme, con il senso pratico che le contraddistingue, hanno pensato a un riciclo faidate. In fondo non è la prima volta che di fronte ad uomini che non sanno che pesci prendere, ci pensano le donne a prendere in mano la situazione, la storia, dai romani in poi, lo ha raccontato tante volte e queste donne, preoccupate perché gli esperti continuano a discettare, hanno deciso di fare qualcosa loro per l’ambiente, nell’attesa.
“Stiamo lanciando un segnale – dichiara Chiara, una delle mamme coraggio – mentre continuano ancora a buttare fumo negli occhi e a fare ben poco, abbiamo deciso di metterci all’opera. Da un paio di mesi è partito questo progetto, a turno battiamo le aree e raccogliamo materiale per il nostro riciclo. Tra di noi c’è anche una donna incinta, instancabile, ora siamo a casa sua, è lì che depositiamo il materiale recuperato. È faticoso, e anche pericoloso, dobbiamo stare attente a cosa raccogliamo, lavoriamo tra materiali pericolosi. Ma solo così possiamo trasformare il male fatto alle nostre terre, il brutto che c’è stato nel bello”.
Ecco, quindi, con il vostro lavoro state dando un senso alla frase: la bellezza salverà il mondo…
“In un certo senso sì, ed è il messaggio che vogliamo lanciare, un messaggio di speranza”.
Cosa avete intenzione di costruire e cosa state costruendo con questo materiale?
“Dipende, abbiamo tante idee, del resto si può veramente pensare a tutto: da fioriere a dondoli, siamo impegnati nella costruzione di una giostra per i bambini. L’idea è quello di realizzare cose utili e anche belle che possono essere utilizzate. È molto faticoso con gli strumenti che abbiamo, ma ci da anche tanta soddisfazione vedere le nostre idee prendere forma. ”.
Immagino che oltre a cercare di ripulire l’area, di inviare un messaggio positivo, le opere realizzate avranno un loro scopo.
“Sì , a parte le aste simboliche, siamo partite da una delibera del comune di Acerra, una delibera di un paio di anni fa, con la quale il comune affida a soggetti pubblici e privati gli spazi verdi in adozione, ecco le nostre realizzazioni serviranno per abbellire quegli spazi, fioriere, giostrine, zebre… ma ripeto il nostro scopo è anche lanciare un messaggio di speranza e sensibilizzare la popolazione. Piuttosto che respirare l’aria che ci impongono di respirare, facciamo opere d’arte”.
Qual è il materiale in cui vi imbattete più frequentemente?
“In realtà cerchiamo soprattutto copertoni, a parte che hanno una potenzialità di trasformazione incredibile, sappiamo bene che servono per i roghi sono un buon letto di combustione, cercandoli e portandoli via sottraiamo materiale tossico ai roghi”.