La Procura e la Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce hanno ordinato 10 arresti e il sequestro di beni per 7 milioni di euro a San Marino e in Italia – nelle province di Lecce, Brindisi, Taranto
e anche nel Lazio, nelle province di Frosinone e Latina – ai danni di persone ritenute appartenenti a una organizzazione criminale affiliata al clan Coluccia della Sacra Corona Unita. L’inchiesta – denominata Dirty Shlot – ha messo in luce estorsioni, truffe informatiche e gioco d’azzardo, in una organizzazione che secondo gli investigatori è in grado di imporre con metodo mafioso l’avvio, la gestione e il controllo del mercato del ‘gaming’, gioco legale e illegale. Salento sono stati compiuti da oltre 70 finanzieri a Galatina, Aradeo, Corigliano d’Otranto e Carmiano. Agli arrestati ed alcuni ‘prestanome’ sono stati sequestrati, in Italia e all’estero, fabbricati, terreni, auto, società, ditte individuali, polizze assicurative, conti correnti e apparecchiature elettroniche. Tra gli indagati, gli imprenditori M.M. e M.A., ritenuti dalle Fiamme Gialle al vertice della consorteria egemone di Galatina (Lecce), ‘specializzata’ in metodi intimidatori per costringere gestori di bar, ristoranti e sale da gioco nel territorio del ‘feudo’ Coluccia a installare oltre 400 slot machine e videopoker di proprietà delle società degli imprenditori arrestati. L’indagine è stata svolta anche con intercettazioni, pedinamenti, analisi di centinaia di conti bancari, anche esteri. Il business delle scommesse sportive era basato su quelle a quota fissa ma illegali, perché collegate a network esteri e a slot manomesse per interrompere i flussi telematici di comunicazione ai Monopoli, sottraendo allo Stato l’imposizione dovuta sulle giocate da dispositivi elettronici, per un’evasione fiscale di circa 2,5 milioni in imposte dirette e di oltre 15 milioni di Iva, attraverso documentazione extra-contabile trovata negli hard disk seguendo complesse tracce. Le indagini hanno confermato le dichiarazioni rese tempo fa
da diversi collaboratori di giustizia che hanno indicato questi indagati come punto di riferimento della Sacra Corona Unita nella gestione del sistema di giochi e scommesse nel Salento. Le ipotesi di reato contestate sono associazione per delinquere di tipo mafioso, frode informatica, esercizio di giochi d’azzardo ed esercizio abusivo di giochi e scommesse aggravati dal metodo mafioso, illecita concorrenza con minaccia o violenza e trasferimento fraudolento di valori.