Politica Interna

Boschi: Ieri Maria Elena Boschi è stata interrogata dai pm di Potenza riguardo a un suo possibile coinvolgimento nel caso del petrolio lucano: il Ministro ha assicurato di non aver subito nessun tipo di pressione dalle cosiddette lobby petrolifere; ha anche ammesso di aver discusso con l’ex Ministro Federica Guidi dell’emendamento sullo sblocco del progetto Tempa Rossa, sostenendo di aver eseguito una normale prassi prevista dalla sua carica di Ministro per i Rapporti con il Parlamento. Appoggiata e difesa non solo dal premier Matteo Renzi, ma anche dalla minoranza dem, la  Boschi è rimasta ottimista sull’esito dell’interrogatorio, dischiarando di non aver nulla da nascondere. Tutto era nato dalla telefonata tra la Guidi e il compagno Gianluca Gemelli, accusato di corruzione e traffico di influenze, nella quale il nome della Boschi era saltato in evidenza, rendendola agli occhi dei magistrati una persona informata dei fatti. Nella giornata di oggi i pm ascolteranno i funzionari Eni arrestati, in attesa di altre dichiarazioni da parte di Federica Guidi.

Renzi: Nella giornata di ieri, Matteo Renzi è intervenuto davanti alla direzione nazionale del Pd per parlare non solo del caso Guidi, ma anche di economia, opere pubbliche e politica internazionale. Ribadendo l’importanza dell’emendamento sblocca opere pubbliche, il premier ha difeso l’operato del governo e attaccato i pm di Potenza, sottolineando di non aver mai avuto a che fare con poteri forti. Non sono mancati  gli attacchi da parte della minoranza del partito, in particolare da parte di Gianni Cuperlo, il quale ha accusato di Renzi di coltivare “l’arroganza del capo”, senza avere la “statura del leader”. Il voto negativo della minoranza alla relazione del Segretario – non solo di Cuperlo, ma anche di Bersani ed Epifani –  rappresenta l’ennesimo episodio di rottura all’interno di uno stesso partito.

Politica Estera

Regeni: Il 7 aprile è previsto un incontro tra investigatori italiani ed egiziani per tentare di porre un chiarimento al caso Regeni, il ricercatore trovato ucciso il 3 febbraio nella periferia del Cairo. Nonostante l’incontro avrebbe dovuto svolgersi oggi, il rinvio è stato chiesto esplicitamente dalla magistratura del Cairo per poter avere un confronto di diretto con le forze di polizia del paese: tra i due organi – secondo gli investigatori italiani – esisterebbe un vero e proprio rapporto di diffidenza. Gli stessi investigatori hanno affermato che il 7 aprile si tornerà a parlare dei dati sulle celle telefoniche del 25 gennaio e del 2 febbraio, elementi ancora lacunosi e che la polizia egiziana ancora non ha fornito.

Migranti: E’ entrato ufficialmente in vigore l’accordo sui profughi stipulato tra Ue e Turchia il 18 marzo 2016, il quale permette l’espulsione dei migranti dalle coste greche in caso di mancanza dei requisiti necessari a chiedere asilo politico nei paesi europei. Esso prevede anche, sotto decisione della Turchia, l’inserimento dei profughi in alcuni paesi dell’Ue in base al meccanismo “uno per uno”: per ogni siriano respinto dalla Grecia dopo il 20 marzo, un altro ha il diritto di lasciare il governo di Ankara per raggiungere gli stati accoglienti. Solo nella giornata di ieri 202 migranti sono stati rimandati indietro dalla Grecia e 43 hanno raggiunto la Germania e la Finlandia.

Economia

Consumi: Secondo un’indagine condotta dall’Istat, il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici italiane sarebbe aumentato nel 2015 (+0,8%), grazie alla bassa inflazione (0,1%), rappresentando un grande rialzo dopo 8 anni, prima della crisi economica. Rimane tuttavia fortemente presente l’instabilità economica globale, ha affermato Peter Praet, consigliere esecutivo della Bce, in quanto un periodo prolungato di bassa inflazione rischia di diventare persistente, provocando gravi danni all’economia.

Panama Papers: Sono cominciate le inchieste sullo scandalo delle società offshore che vede coinvolti personaggi noti della politica internazionale e dello sport, reso noto dall’International Consortium of Investigative Journalists. Sebbene Vladimir Putin sia uno dei tanti nomi presenti nei documenti panamensi, il Cremlino ha negato ogni tipo di atto illecito da parte del Presidente russo, incolpando la Cia di un complotto contro la Russia e della diffusione di “invenzioni e falsificazioni”. Di complotti hanno parlato anche altri nominati, tra i quali Petro Porochenko, Lionel Messi e il Primo Ministro islandese Sigmundur David Gunnlaugsson.