Politica interna
Legge elettorale – Matteo Renzi blinda l’Italicum e respinge ogni richiesta di modifica. La nuova legge elettorale sarà in aula alla Camera il 27 aprile e a maggio dovrà essere stata approvata definitivamente. La proposta di Renzi alla fine passa con 120 sì ma le minoranze, compatte, non partecipano al voto. Si chiude così la tanto attesa Direzione dei democratici e nel Pd è scontro totale. Secondo l’ex segretario Pierluigi Bersani, di questo passo c’è il rischio di arrivare a «una sorta di democrazia di investitura». E per evitare la spaccatura nel partito al momento del voto, il capogruppo alla Camera Roberto Speranza mette a disposizione il proprio ruolo per fare da mediatore tra le anime del Pd.
Il centrodestra – Già oggi o domani potrebbe esserci l’incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini per mettere la parola fine alla trattativa sulle Regionali che si trascina ormai da settimane. Le richieste di Forza Italia restano le stesse: candidati azzurri per la presidenza di Liguria e Toscana e nessuna lista di disturbo in Campania. In alternativa per il partito dell’ex Cavaliere si apre la corsa in solitaria, se non addirittura con il nemico giurato del leader del Carroccio: Flavio Tosi. Intanto, in FI resta alta la tensione per l’annunciato processo di svecchiamento del partito e per il nodo Puglia, ancora tutto da risolvere.
Politica estera
Svizzera – Sul programma nucleare iraniano è in dirittura d’arrivo la trattativa tra Teheran e il gruppo dei 5+1 riuniti a Losanna. Anche se i rappresentanti di Usa, Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia e Germania e quello iraniano restano separati da differenze sostanziali, un accordo quadro pare a portata di mano. Secondo fonti occidentali, i punti critici da risolvere sarebbero tre: la durata delle restrizioni sulle attività sia di arricchimento sia di ricerca e sviluppo dell’Iran, il calendario di smantellamento delle sanzioni e il loro ripristino in caso di violazione dell’accordo. Intanto, Israele e Arabia Saudita fanno fronte comune per opporsi all’intesa, paventando lo spauracchio della crisi militare in Yemen.
Nigeria – Risultati sul filo di lana per il voto presidenziale nel Paese più popoloso del continente africano: fino all’ultimo è testa a testa tra Goodluck Jonathan e Muhammadu Buhari. Passata la paura per i possibili attacchi del gruppo islamista Boko Haram, ora la preoccupazione principale è cosa succederà dopo che sarà proclamato il vincitore, ovvero se l’altra parte sarà in grado di accettare la sconfitta. Dopo i 700 morti registrati durante gli scontri post-elettorali del 2011, il rischio è che possibili violenze siano il pretesto per l’instaurazione di un regime non democratico sorretto dagli apparati di sicurezza.
Economia e Finanza
Dati Istat – Da imprese e consumatori arriva un nuovo slancio di ottimismo. Gli indici di fiducia rilevati dall’Istituto di statistica toccano, a maggio, i massimi da luglio 2008 per le aziende, e da maggio 2002 per le famiglie. Fanno un balzo in avanti tutti i settori industriali, dalla manifattura alle costruzioni. I segnali positivi ci sono, ma per ora si tratta di solo di numeri: gli esperti invitano alla cautela perché resta da vedere come si convertiranno in andamenti effettivi del Pil. Intanto, il governo lavora al Documento di economia e finanza che sarà approvato subito dopo Pasqua. Secondo il ministro del Lavoro Poletti, i quasi 2 miliardi stanziati per gli sgravi nelle assunzioni potrebbero portare fino a un milione di posti di lavoro.
Grecia – Alexis Tsipras non fa passi indietro e mentre a Bruxelles continuano i negoziati con Bce, Ue e Fmi, arrivano indiscrezioni sulla lista di riforme che il premier greco ha presentato all’Europa la settimana scorsa. Tsipras ha assicurato che non alzerà l’Iva e che farà una lotta senza quartiere all’evasione fiscale. Il leader di Syriza ha poi attaccato l’ex governo di Antōnīs Samaras per aver lasciato nelle case greche un buco da 2,7 miliardi di euro. La vera sfida di Atene è riuscire a convincere le istituzioni europee che l’elenco delle 18 riforme è davvero la ricetta giusta per far uscire il Paese dalla crisi. Pare che il contenuto del pacchetto Tsipras sia fatto soprattutto di una revisione della pressione fiscale, le cui entrate, assicura Syriza, dovrebbero consentire di restituire la tredicesima alle pensioni più povere e a evitare tagli allo stato sociale.