Politica interna
Senato – Il Pd trova un accordo al suo interno e accelera nell’approvazione della riforma costituzionale portando a casa altri sette articoli, mentre le opposizioni anti-renzi si spaccano. Lega Nord e M5s mettono Forza Italia sul banco degli imputati avendo questa votato con la maggioranza sull’articolo 17, che fissa le nuove norme per la dichiarazione dello Stato di guerra. I democratici decidono di non modificare l’articolo 21, quello relativo all’elezione del presidente della Repubblica, rispetto al testo della Camera. Quindi dopo il settimo tentativo si potrà eleggere il presidente della Repubblica con il quorum dei tre quinti dei votanti. La minoranza interna al Pd porta a casa anche un emendamento all’articolo 39, che prevede l’entrata in vigore immediata dell’elezione dei senatori da parte degli elettori e dei consigli regionali. Il frutto dell’accordo è il ritiro degli emendamenti della minoranza dem all’articolo 21.
Fi-Lega Nord – La pace tra Forza Italia e Lega Nord è venuta meno dopo l’appoggio al governo da parte dei forzisti in Senato. “Stampella” dell’esecutivo, è questa l’accusa rivolta dai leghisti. Ma quali sono le ragioni dell’aiuto inaspettato a Renzi? Le ragioni vanno ricercate in una frase pronunciata da Berlusconi, che dopo aver lanciato l’allarme sulla “grave emergenza democratica” in cui verserebbe il Paese, si lascia sfuggire una previsione sulle sorti dell’Italicum: “Sono abbastanza fiducioso che verrà cambiato”. La legge elettorale val bene un voto sulle riforme costituzionali, specie se la modifica del sistema di voto reintroducesse il premio di maggioranza e allontanasse l’incubo della lista unica, che finirebbe per assoggettare a Salvini ciò che resta del vecchio impero berlusconiano.
Roma – Il sindaco di Roma Ignazio Marino è arrivato ieri a un passo dalle dimissioni, dopo che dalla Procura filtra che l’ipotesi di reato per le “cene istituzionali” sarebbe il peculato, dopo l’affondo dei Cinque Stelle (che chiedono le dimissioni) e una serie di colloqui con Matteo Orfini del Pd, che cerca di arginare lo scandalo. Marino taglia corto parlando di restituire i 20mila euro spesi con la carta di credito. Un tentativo per placare le polemiche che appare goffo, anche perché il sindaco non entra nel dettaglio di queste uscite di cassa.
Politica estera
Iraq – Il ministro della Difesa italiano, Roberta Pinotti, spiega quale sarà il futuro della nostra presenza in Iraq e dichiara che “in questo momento la coalizione e il governo iracheno stanno dicendo che dobbiamo essere più forti e più determinati nella lotta all’Isis. E questo è un obiettivo che condividiamo…”. È l’annuncio di un cambio di marcia imminente, comunicato durante la conferenza stampa congiunta col segretario americano alla Difesa, Ash Carter. Ci sono novità anche sul fronte afghano, dove l’Italia ha dislocato un contingente ormai ridotto a soli 700 uomini, e che sembrava destinato a rientrare in patria. Il nostro ministro ha affermato in conferenza che è “importante non lasciare solo l’Afghanistan” e anche il capo del Pentagono, subito dopo di lei, sottolinea che occorrerà “garantire una presenza continua nel futuro immediato” e per questo servirà “mantenere i contingenti”.
Siria – Vladimir Putin alza il livello dello scontro in Siria. Alcune navi hanno sparato dal Mar Caspio 26 missili contro le postazioni dell’Isis e dei ribelli anti-Assad. Una mossa che ha suscitato le reazioni preoccupate della Casa Bianca. Il governo americano ha infatti sollecitato il Cremlino a fermare “azioni unilaterali”, perché altrimenti sarà impossibile collaborare. Sullo sfondo la ricerca di un modo per evitare la possibilità di uno scontro diretto tra le truppe americane e russe.
Economia e finanza
Fmi – Il rapporto del Fondo monetario internazionale pubblicato ieri mette in guardia da un pericolo di contagio dei mercati avanzati da parte di quelli emergenti. “Abbiamo imparato”, spiega José Vinals, capo del dipartimento mercato dei capitali del Fmi, “che i mercati possono amplificare gli shock e agire come fonte di volatilità e contagio quando la liquidità è bassa”. Il documento del Fondo nota che negli Stati Uniti, con il rafforzamento della ripresa, potrebbe essere in arrivo l’avvio del rialzo dei tassi d’interesse, ma invita la Fed ad attendere la ripresa dell’inflazione: “Aspettare qualche mese in più è meno rischioso di un aumento dei tassi prematuro”.
Lavoro – Sulla riforma dei contratti (che dovrebbe dare più spazio agli accordi aziendali e territoriali rispetto al contratto nazionale) il segretario della Cgil attacca il presidente di Confindustria, che aveva parlato di capitolo chiuso: “Una dichiarazione straniante, siccome il pallone non è quello con cui gioco io, non voglio più giocare”. Ribatte Squinzi: “È un po’ come se uno volesse giocare e gli altri no. Allora uno si stufa e se ne va”. Ieri Cgil, Cisl e Uil si sono dette pronte a sedersi di nuovo al tavolo, per discutere sia la riforma generale dei contratti che i rinnovi dei contratti delle singole categorie. Se non ci sarà un accordo tra sindacati e Confindustria il governo interverrà con un disegno di legge che potrebbe riguardare tutto, non solo il potenziamento dei contratti aziendali ma anche la rappresentanza, e forse pure gli scioperi e il salario minimo.