Politica interna
Caso marò – Della vicenda hanno parlato ieri Giorgio Napolitano e Matteo Renzi, quando il premier è salito al Colle per aggiornare il capo dello Stato su diverse questioni. A sentire il presidente del Consiglio c’è un’ultima mediazione in corso con il governo indiano per far tornare a casa i marò. E stavolta anche New Delhi sembra ben disposta. Mentre in Italia non trapelano indicazioni sul piano per riportare a casa definitivamente i due fucilieri di Marina, qualche elemento arriva dai media indiani. La soluzione consisterebbe nelle scuse ufficiali, porte dall’ambasciatore italiano, in un forte indennizzo alle famiglie dei due pescatori morti e nella garanzia di un processo ai marò in Italia. I due fucilieri passeranno comunque il Natale in famiglia: Latorre resterà in Puglia mentre Girone sarà raggiunto dai parenti a New Delhi.
M5S – Il blog di Beppe Grillo ha annunciato la nascita del regolamento del Movimento Cinque Stelle, che sarà votato oggi dalla Rete. Si tratta di una sorta di decalogo in cui vengono riepilogate tutte le regole a cui un iscritto pentastellato deve attenersi. La novità più rilevante, alla luce della recente raffica di espulsioni, è la creazione di un comitato di appello composto da tre membri. Si tratta dell’unico contrappeso rispetto ai poteri, pressoché indiscutibili, del capo del movimento. Se un iscritto viene cacciato, può presentare ricorso al comitato che dovrà dar vita a un’istruttoria. Se Grillo e il comitato non dovessero essere d’accordo sul destino del militante, sarà il voto della Rete a decidere. Fanno così la loro comparsa anche nel M5S i primi “organismi”: inizialmente il direttorio, ora il comitato.
Politica estera
Francia – Il Paese oscilla tra panico e lucidità dopo tre attacchi in quattro giorni che hanno risvegliato l’incubo del nemico interno. Nessun attentato terroristico, ripete il premier Manuel Valls che però convoca una riunione di crisi del governo e annuncia rinforzi per garantire la sicurezza nel Paese: fino a 300 militari inviati a pattugliare stazioni, aeroporti e centri commerciali durante le feste. Finora non c’è stata nessuna rivendicazione da parte di organizzazioni terroristiche, anche se gli attentatori di Digione e Nantes sembrano aver seguito diverse modalità citate in alcuni video dell’Is.
Ucraina – Il Parlamento ha deciso di abbandonare lo status di Paese neutrale non allineato e di imboccare la strada dell’adesione alla Nato. La Rada, in cui la componente russofona non è praticamente più rappresentata dopo che il Sudest ha dichiarato la secessione, ha votato quasi all’unanimità. Porte aperte da parte della Nato, anche se molti Paesi membri temono la possibile adesione dell’Ucraina a causa delle relazioni con la Russia. E proprio da Mosca arriva la bocciatura categorica della risoluzione: il ministro degli Esteri Lavrov l’ha definita controproducente e in grado di aggravare il confronto tra i due Stati. Secco anche il commento del premier Medvedev che promette reazioni.
Economia e Finanza
Stati Uniti – Rivisto al rialzo il Pil americano: nel terzo trimestre del 2014 è cresciuto del 5%, sotto la spinta di consumi e investimenti. È l’aumento più consistente dall’estate del 2003: ben oltre il 3,9% ipotizzato dal governo. A dirlo, sono i dati del Dipartimento del commercio Usa, che hanno avuto immediate ripercussioni a livello globale, sui mercati finanziari e dei cambi. Wall Street ha reagito fissando un nuovo record storico: l’indice Dow Jones ha superato i 18 mila punti, consolidando la crescita in corso da diverse settimane. La Borsa Usa ha trascinato al rialzo anche tutte le europee, con Milano e Parigi a svettare sulle altre. Altra buona notizia per le esportazioni del Vecchio Continente: si rafforza il dollaro, con l’euro sotto quota 1,22, il minimo degli ultimi 28 mesi. Ora l’attenzione dei mercati torna sulle elezioni presidenziali greche: se il candidato del premier Samaras non dovesse raggiungere il quorum, si andrà a elezioni anticipate, con la sinistra anti-austerity data per favorita.
Lavoro – Braccio di ferro conclusivo per definire i testi dei decreti del Jobs act sull’articolo 18 e sugli ammortizzatori sociali che saranno presentati oggi al Consiglio dei ministri. L’indennizzo monetario, crescente con l’anzianità di servizio del lavoratore, sarà la regola in tutti i casi di licenziamenti per motivi economici e organizzativi. L’ultimo nodo da sciogliere si chiama opting out o opzione aziendale, ossia la possibilità per il datore di lavoro di convertire il reintegro del dipendente deciso dal magistrato con un super-indennizzo monetario. Il governo si muove anche sul fronte delle partite Iva e prepara un nuovo intervento “riparatore” a favore dei giovani titolari di partita Iva, i più penalizzati dalla riforma dopo le modifiche al regime dei minimi. Difficilmente l’intervento sarà pronto per il Cdm di oggi, già ingolfato dal decreto per il salvataggio dell’Ilva, dal milleproroghe e dai decreti attuativi delle deleghe sul fisco e sul lavoro.