Economia e Finanza
Banche, rimborsi allargati. La nuova commissione d’inchiesta sui crac bancari parte tra le polemiche, mentre il decreto attuativo del fondo di ristoro dei risparmiatori truffati istituito dalla legge di Bilancio, messo a punto nelle ultime ore dal governo, è contestato dalle associazioni e rischia di finire sotto la scure di una procedura d’infrazione europea per violazione delle norme sulle risoluzioni bancarie. E tuttavia, avanza: sembrano superati i problemi su una platea che oltre a persone fisiche e Onlus comprende fra i destinatari anche le microimprese fino a 10 dipendenti e due milioni di fatturato. Il decreto salva-risparmiatori è stato uno dei piatti forti del vertice di ieri sera a palazzo Chigi fra il premier Conte, i vice Di Maio e Salvini e il ministro dell’Economia Tria, che invece non ha trovato la quadra su Tav e nomine. Sul fondo risparmiatori da 1,5 miliardi, che punta a indennizzi del 30% per gli azionisti e del 95% per gli obbligazionisti subordinati fino a 100mila euro, restano da rafforzare le regole delle verifiche caso per caso sulle vendite illegittime che danno diritto al ristoro: gli esami sono affidati a una commissione tecnica, ma le regole Ue chiedono il vaglio di un giudice o un arbitro. Ieri, intanto, la Camera ha approvato in via definitiva la proposta di legge che istituisce la nuova commissione d’inchiesta sulle crisi bancarie.
Protesta corrieri Amazon. È una vertenza fuori dagli schemi quella dei corrieri di Amazon. II punto qui non è salvare posti di lavoro. Ma ottenere assunzioni. «Secondo noi solo in Lombardia serve un piano da 500 ingressi nel giro di un anno – dice Luca Stanzione, giovane segretario generale della Filt Cgil della Lombardia -. Amazon ha una capitalizzazione che equivale al Pil di due Stati messi assieme. È giusto che le persone possano lavorare senza mettere a rischio la loro sicurezza per tenere il passo dell’algoritmo». Attenzione, a occuparsi delle consegne non sono dipendenti diretti del colosso di Seattle ma driver assunti da società terze che a loro volta hanno contratti in esclusiva con Amazon. In Lombardia si parla di 1200-1.300 persone. Ora il sindacato chiede che non si superino le 9 ore di guida giornaliera. Inoltre il problema sarebbero anche i ritmi di lavoro imposti dall’algoritmo.
Politica Interna
La nuova direzione del M5S .La débâcle in Sardegna, dopo quella in Abruzzo, ha solo accelerato i tempi. Così, nel giorno dell’analisi della sconfitta, Luigi Di Maio in conferenza stampa alla Camera lancia la sua nuova idea di partito. E con essa, le rivoluzioni che faranno cadere tre storici tabù del Movimento: il vincolo del doppio mandato, le alleanze, la struttura fluida e orizzontale. Difende il Movimento da «chi ne profetizza il canto del cigno» ad ogni batosta elettorale, e difende se stesso, da chi invece vorrebbe un suo passo indietro da capo politico, «una nomina che hanno deciso gli iscritti e di cui si riparlerà tra quattro anni, quando scadrà il mio mandato». Piuttosto, per Di Maio, si deve trovare una soluzione alle difficoltà di radicarsi nei territori. «Non avverrà tutto in un giorno», avverte, e il processo di evoluzione «non sarà calato dall’alto». Partirà invece da una discussione con gli iscritti su «Rousseau», il sito web del Movimento, e da varie votazioni online. La direzione che sceglieranno gli attivisti, scommettono già i parlamentari MSS, «sarà identica a quella indicata da Luigi». Al cronista che non crede molto plausibile che interrompa la sua carriera alla fine del secondo mandato, Di Maio risponde sibillino, se non ambiguo: «Sono concentrato sulla crescita dell’Italia, non sto pensando al terzo mandato».
Rimborsopoli, si autosospende Sarti. Le carte dell’inchiesta di Rimini, che accusano la deputata M5S Giulia Sarti e coinvolgono indirettamente Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi, vengono rese note sin dal mattino. Ma il Movimento non reagisce, non accusa, non chiede, non prende provvedimenti. La Sarti resta presidente della commissione Giustizia e deputata M55 fino alle 17.30, quando si dimette e si autosospende dal Movimento. La decisione nasce da un incontro, avvenuto mezz’ora prima, tra le Iene e Casalino. Che, davanti alle telecamere, chiama la deputata. La Sarti, resasi conto della presenza delle Iene, scoppia in lacrime e poco dopo si dimette. La vicenda comincia diversi mesi fa, con la Rimborsopoli 5 Stelle, che in piena campagna elettorale travolge alcuni parlamentari, rei di aver effettuato rimborsi per poi revocarli subito dopo. Ci finisce dentro anche la Sarti, che si difende denunciando il fidanzato Andrea Tibusche Bogdan di essersi appropriato di suoi fondi personali. Dopo la querela, la Sarti restituisce 23.500 euro. E per questo viene perdonata dal Movimento e ricandidata. Lunedì, la Procura di Rimini chiede al gip l’archiviazione per l’accusa di appropriazione indebita a carico di Bogdan. E, ieri, scoppia il caos. Si viene a sapere la versione del fidanzato.
Politica Estera
Brexit, rinvio possibile. Colpo di scena a Westminster: con un’imprevista inversione di marcia la premier Theresa May ha concesso al Parlamento sia la possibilità di escludere l’uscita dall’Unione Europea senza accordo, sia l’opzione di allungare i tempi rinviando la data della Brexit. A 30 giorni dalla Brexit, sotto pressione da parte di esponenti del suo stesso governo, Theresa May apre per la prima volta alla possibilità di un rinvio della data di uscita dall’Unione europea. Un’ipotesi che, pur tra le riserve avanzate dalla premier britannica, rappresenta un punto di svolta nel tortuoso cammino che sta portando il Regno Unito fuori dal blocco: riduce grandemente il rischio immediato di un’uscita senza accordo con Bruxelles; e conferisce ai deputati il potere e la responsabilità di determinare il corso della Brexit, almeno nelle prossime settimane. Soprattutto, sancisce un cambio di strategia in extremis per una premier che per mesi aveva ripetuto al Paese: «My deal or no deal», o il mio accordo viene approvato o avremo un’uscita disordinata, con conseguenze potenzialmente catastrofiche per il Paese. Così, dopo il leader laburista Jeremy Corbyn, che solo pochi giorni fa si era schierato a favore del secondo referendum dopo mesi di tentennamenti, anche May cambia le carte in tavola.
Vertice tra Kim Jong-un e Donald Trump. È stato definito un vertice “o la va o la spacca” quello che si apre oggi a Hanoi tra Kim Jong-un e Donald Trump. Il secondo faccia a faccia di sempre tra un dittatore nordcoreano e un presidente statunitense produrrà un accordo per sottrarre le armi atomiche a Pyongyang? Un’intesa sulla fine delle esercitazioni militari Seul-Washington davanti alle coste del Nord? O, addirittura, una dichiarazione formale di pace, dopo che la Guerra di Corea (1950-1953) fu interrotta da un armistizio che ha perpetuatola divisione di un popolo e pericolose tensioni internazionali? Oppure ne verrà fuori una gelida fumata nera? Kim ieri è arrivato per primo nella capitale, dopo un viaggio in treno di 65 ore e oltre 4 mila chilometri da Pyongyang al confine col Vietnam, ripercorrendo il tragitto compiuto 55 anni prima dal nonno, il “Padre della patria” Kim Il-sung. Trump è sbarcato in serata dal suo Air Force One, augurandosi «un summit molto produttivo».