Un commento di Giuseppe Pedersoli
Di recente è morta una mamma, a Napoli. Uccisa dal figlio. Ma la notizia è che si tratta di un figlio adottivo.
Lo chiedo ai giornalisti professionisti: è indispensabile evidenziare che il ragazzo era stato adottato?
Nel percorso stabilito dalla legge per arrivare alla “idoneità” ed ambire a vedersi “assegnare un minore”, che con ogni probabilità diventerà un figlio adottivo, devi ascoltare assistenti sociali e psicologi. Una delle frasi ricorrenti è: “L’adozione non finisce mai”. Il riferimento è ai testamenti dei nonni, alla ricerca delle origini (un diritto) alle domande che – ahimé – sono rivolte all’adottato e ai genitori adottivi.
Quali domande? Il salumiere: “Signora, è suo figlio? Ma io non l’ho vista incinta”. In spiaggia: “Ma questo bimbo di che nazionalità è”? A scuola, la prof: “Ma come mai ti chiami… Osama (per dire, n.d.r.)… forse tuo nonno”? Fermo restando che al di là del lavoro che uno si è scelto la mamma dei cretini è sempre incinta (per restare nell’argomento), è proprio vero: l’adozione non finisce mai. Quante volte le mamme napoletane hanno detto ai figli (lo traduco in italiano): “Io ti ho generato e io ti uccido”, nei momenti di rabbia? E i papà “normali” (dovrei dire “naturali” ma uso le parole di altri): “Se vuoi restare in questa casa devi rispettare le regole”. Frasi che si dicono quando si discute animatamente in famiglia, ma per i genitori adottivi sono proibite. Tutti, ma proprio tutti, sono lì a guardare il comportamento degli adottati e le “buste” di Maria De Filippi in tv.
Ai genitori adottivi nessuno pensa. E’ una questione di principio, ma c’è anche la legge: l’articolo 73 della legge 184 del 1983 vieta di rivelare notizie sul minore adottato. Prevista anche la reclusione. Eppure la notizia è che il figlio adottato ha ucciso la mamma adottiva. Semplicemente, si poteva scrivere e dire che il figlio ha ucciso la mamma. Fatto assurdo, sconvolgente, aberrante, per l’amore del cielo. Ma non è più grave se il figlio è adottato. Non mi rassegnerò mai, evidenzierò sempre queste riflessioni.
La notte mia moglie ed io dormiamo sereni. Dovesse accadere l’irreparabile, non lo addebiterei all’adozione, che come detto non finisce mai. Nella mente di questi ragazzi c’è l’inferno, molto spesso. Ed involontariamente siamo stati Satana senza accorgercene.