Di Fausta Testaj
In questo difficile periodo pandemico ho scambiato due chiacchere con la famosa Blogger STELLA PULPO, per farvi conoscere la sua ultima fatica letteraria dal titolo:”ESSERTI FEDELE SEMPRE (O FORSE NO)”, reportage narrativo composto da 37 racconti frutto d’interviste alla generazione che va dai 30 ai 40 anni con uno sguardo rivolto anche ai diversamente giovani dai 70 ai 75 anni ed ai giovani dai 15 ai 18 anni. Stella Pulpo è stata ospite gradita del Catania Book Festival 2020 che ripartirà con la II Edizione dal 21 al 23 maggio 2021.
- Tu hai scritto con G. Del Lellis :”LE CORNA STANNO BENE SU TUTTO. MA IO STAVO MEGLIO SENZA”com’è stata quest’esperienza?
R: In realtà è stata molto formativa, all’inizio com’è facile immaginare, avevo un pò un pregiudizio che non fosse una cosa fatta per me, poi invece quando l’ho incontrata prima di accettare, mi è stata molto simpatica,mi ha fatto persino tenerezza era una 23enne che mi raccontava un suo dolore sentimentale ed io non avevo ragione per non ascoltare e metterle a disposizione un pò dei miei strumenti essendo un pò più vecchia di lei, è stato interessante perchè mi ha portato ad uscire da quello che avevo sempre fatto , dal perimetro dei miei temi ma neanche troppo, ed altra cosa interessante per me è stata l’occasione di provare a parlare tramite Giulia ad un pubblico molto più giovane e molto più ampio certo il libro è quello che è ma con il descrivere un modo diverso di gestire le corna manda dei messaggi super elementari di femminismo e poi diciamoci la verità era lavoro e secondo la media dei Ghostwriter italiani ben retribuito.
- L’idea di scrivere il tuo”ESSERTI FEDELE SEMPRE (O FORSE NO) ti è venuta dopo quest’esperienza con la De Lellis?
R: Mi è venuta perchè una delle innumerevoli critiche che mi hanno fatto è stata: “ma di tutte le storie che ci sono nel mondo ma giusto quella dei tronisti”,giusto, ce ne sono tante altre e le ho raccontate anche perchè fino ad allora io avevo sostanzialmente scritto tanto di me, come quasi tutti noi autori che iniziamo a scrivere e Giulia è stata la prima volta in cui io ho raccolto l’esperienza di un’altra persona , l’ho elaborata e l’ho restituita in forma scritta è stato molto bello in termini professionali ed è stato interessante replicare l’esperimento ovviamente in una forma più breve, con tante altre persone che avevano anche altri temi,parlare con un ragazzo disabile e sentire il suo punto di vista è stato interessantissimo chiaramente il libro non può presentare tutti i punti di vista però fa vedere che ce ne sono tanti ai quali normalmente non pensiamo e secondo me questo è fondamentale per provare a vivere in una società che sia un pochino migliore.
- Da quello che ho capito tu con questo libro hai fatto una piccola indagine sociologica
R: Si,è un pochino un’indagine sociologica, nasce con quell’idea che poi è un pò anche quello che succedeva sul mio blog quando raccontavo della mia vita da sigle, il sesso dal punto di vista femminile, quello che poi arriva nelle mani del lettore ha comunque una forma narrativa, l’editore mi ha detto:” non fare un romanzo ma non fare neanche un saggio”io ci ho riflettuto un pò su come mettere insieme questa cosa e alla fine è venuto fuori questo libro che non si capisce bene cos’è, non l’hanno capito bene neanche i librai che lo hanno collocato nello spazio scienze umane, psicologia, fortunatamente le persone che l’hanno letto lo hanno aprezzato ed hanno capito il senso di quest’operazione e questo per me è molto gratificante.
- Il libro è composto da 37 storie che indagano nelle generazioni che vanno dai 15 ai 75 anni , cos’hai capito di queste generazioni
R: Il focus è la fascia 30-40 anni poi ci sono dei racconti che spaziano in fascia d’età più giovane e più adulta, è molto difficile dare una risposta univoca a questa domanda nel senso che ogni generazione ha dei limiti e delle potenzialità ad esempio una 16enne di oggi è molto diversa già rispetto a me che ho 20 anni di più , io questo non l’ho elaborato quindi quando ci chiacchero mi sembra che siamo giovani entrambi invece la differenza che c’è tra me e una 16enne di oggi è abissale, poi magari non sono tutte come quella che ho intervistato io che mi dice:”io non potrei mai sopportare un compagno geloso, mi sono innamorata di una ragazza l’ho raccontato ai miei genitori e proprio non capisco perchè si agitano così tanto per una cosa che a me fa palesemente bene ecc..”,nulla di tutto questo apparteneva alla mia generazione, io sono cresciuta accanto ad un ragazzo che fino a 26 anni non ha avuto il coraggio di dire quale fosse il suo orientamento sessuale.
- Quindi per te i giovani sono finalmente più liberi di definire la propria identità
R: SI e questo mi sembra decisamente un passo avanti che purtroppo non vale per tutte le realtà perchè i casi di cronaca ci spiegano che l’Italia non è tutta Milano o Bologna ci sono tante periferie, province che rappresentano, temo, il grosso dell’Italia dove accadono cose orribili,però a mio avviso c’è una transizione culturale tangibile da almeno un decennio tutto è partito dall’ondata dei diritti LGBT (movimento nato negli anni 50 a NeW York per la lotta per i diritti di tutti omosessuali, transessuali, bisessuali)lotta ancora non conclusa comunque adesso si sta ragionando tantissimo non solo sul genere ma anche sul linguaggio sull’introduzione di nuovi simboli come gli asterischi, vent’anni fa chi se lo sarebbe immaginato che avremmo scritto car*tutt* (forma utilizzata soprattutto sui social come forma di rispetto antisessista)eppure lo facciamo e nel momento in cui una cosa che non si è mai fatta si inizia a fare ed ha un senso per alcune persone è importante iniziare ad interogarci su cosa questo significa e fare lo sforzo culturale di capire cosa sta cambiando.
- Il tuo blog lo hai chiamato :” Memorie di una Vagina”perchè questo nome?
R: Il blog l’ho iniziato nel 2011 dopo la fine di una mia relazione, il mio ex quando litigavamo mi diceva:” non fare la vagina”e con la parola vagina raccoglieva tuttu gli aspetti più deteriori della femminilità, quando ci siamo lasciati chiaramente stravo male ma non potevo pagarmi la psicoterapia e per esorcizzare, capire, sfogarmi, ho iniziato a scrivere il blog e visto che io ero la vagina ripensando a tutte le cose bruttissime che lui denunciava ho pensato di chiamarlo “ memorie di una vagina”
- Questo blog ti ha dato tante soddisfazioni
R: Si ha raccolto tanto seguito, ora è un pò vecchiotto sono passati quasi 10 anni , io non credevo che riuscisse a crescere nel modo in cui è cresciuto ed ha portarmi tutte le cose belle che mi ha portato come la collaborazione con la scrittura di una rubrica per 2 anni con Cosmopolitan , la collaborazione con un sacco di riviste, la scrittura dei libri ma soprattutto la gestione di questa comunity nella quale si è dibattuto tanto tra donne e uomini di quello che succedeva, di relazioni, di sentimenti, di aspettative, per tanti anni è stato un posto molto bello poi è un pò peggiorato come un pò tutta la sfera dei social però è ancora là.
- E per finire questa pandemia che impatto emotivo ha avuto su di te
R: Da un lato devastante come per tutti, soprattutto per i parenti dei tanti morti che non hanno potuto neanche dare un ultimo saluto ai propri cari non potendo neanche celebrare i riti funebri che ci acconpagnano dalla preistoria guardandola da un altro aspetto quest’orribile esperienza è stata costruttiva ha aperto una riflessione sui nostri stili di vita e su tante cose soprattutto in un tempo iperaccelerato e in una città iperacellerata come Milano dove le cose accadono che neanche te ne accorgi.