Elisabetta racconta: “Sto avendo disagio. Non sono potuta andare dai miei figli che abitano a 50 chilometri da me. Ho dovuto lavorare in questi giorni. Mi occupo di alcune persone allettate. La vigilia di Natale, alle 22, ero già a dormire. Il giorno di natale ho lavorato. Prima del virus, potevo andare dai miei figli e potevo almeno pranzare…ora con le restrizioni della zona rossa, non posso muovermi in orari decenti. In che senso? Il coprifuoco delle 22, non mi consente di fare tardi dai miei figli. Spero che finisca questo virus”. Pietro dice: “Io non ho potuto vedere i miei nipoti lontani. Ho trascorso il Natale con mia moglie. Devono passare queste feste…”.
Ho ascoltato tante testimonianze e ho riportato queste due, perché rispecchiano le difficoltà di tante persone su questo periodo di feste. Feste dominate da quel senso di disagio…celato dietro un atteggiamento sereno. E sereno non è. Esistono sentimenti di intrappolamento, di solitudine, di insicurezze, di tentativi di dare un senso ad esistere nel presente. Noi avremo una rinnovata normalità tra qualche mese. Dovremo avere la forza di non sentire la difficoltà a chiedere aiuto. Un mondo nuovo ci attende. Lo spazio di un adattamento per ri-crescere dentro. Giorgio Caproni scriveva: “Tutti riceviamo un dono…”.
Rosa Mannetta