Come insegnanti, educatori e personale della scuola esprimiamo profondo sgomento
verso quanto accaduto a Pisa nei giorni scorsi, dove giovani minorenni, che
manifestavano spontaneamente e pacificamente davanti alla propria scuola, sono stati
inseguiti e dispersi dai manganelli delle forze dell’ordine.
La scuola, che -come ci ricorda Liliana Segre – è da considerarsi un tempio della
democrazia, venerdì scorso a Pisa si è trasformata in un teatro di violenza.
Il Presidente Mattarella è intervenuto tempestivamente sulla questione, ricordando
che va tutelata la libertà di manifestare le proprie opinioni e che con i ragazzi i
manganelli esprimono un fallimento, poiché non è con strumenti come questi che si
misura l’autorevolezza delle forze dell’ordine.
Non occorre avere esperienza nel campo dell’istruzione per riconoscere che la
disciplina ferrea e la soppressione del dissenso non hanno mai avuto l’effetto di
educare. In un ambiente culturale sempre più desertificato e prosciugato di qualsiasi
tensione ideale, ciò che facciamo quotidianamente è spiegare ai nostri ragazzi che la
violenza non è mai accettabile, che la storia della nostra Repubblica è storia di lotte
democratiche, che è grazie al sapere e alla conoscenza che si cresce, che ci si realizza
e che si conquista la libertà, senza la quale – come diceva Nuto Revelli- non si vive,
si vegeta.
Le nostre scuole sono presidi democratici, a esse la Costituzione assegna la funzione
di concorrere alla costruzione e alla diffusione della cittadinanza, del civismo, della
solidarietà, della formazione delle nuove generazioni. Non è il culto della cieca e
muta obbedienza alle regole che insegniamo ai nostri studenti e alle nostre
studentesse, ma la cultura del rispetto, della pace, dei diritti.
È pertanto ancora più grave ai nostri occhi che qualche giorno fa alla domanda di
partecipazione di quei giovani e giovanissimi, alla loro richiesta di spazi e momenti di
aggregazione, alle loro forse imperfette aspirazioni a vivere in un mondo migliore, si
sia risposto con atti repressivi, umilianti e punitivi. La Costituzione tutela il diritto di
tutti, giovani e meno giovani, a manifestare liberamente e ad esprimere
pacificamente il proprio dissenso. Negare l’esercizio di questo diritto significa
imboccare la strada pericolosa di una involuzione autoritaria.
Il rispetto delle regole che si insegna a scuola è quello dell’adesione consapevole a
una legge condivisa, è questa la via attraverso la quale riteniamo si debba promuovere
il pensiero critico e sviluppare nelle giovani generazioni il senso della legalità.
Firmatari:
Daniela Filice
Ferdinando Aloe
Amelia Rovella
Barbara Marchio
Amalia Spatafora
Rosanna Gallucci
Anna Grazia Dimonopoli
Mazzarelli Gemma
Mariarosaria Canino
Roberta Paciola
Francesca De Luca
Sabrina Borchetta
Teresa Maria Romano
Maria Luce Le Pera
Leonardo Spataro
Salvatore Milito
Assunta Lecce
Silvana Gallucci
Giuseppe MADIA
Nicola Abele
Rosa Napoli
Patrizia Baldino
Stefania Vetrini
Claudio Mandoliti
Maria Niccoli
Liana Pucci
Francesca Grande
Rosemarie Spadafora
Joanne Munnerley
Angela Mirabelli
Rossana Elisa De Rose
Andrea Iaconetti
Emanuela Cairo
Maria Felicita Mazzuca
Marina Rampello
Valentina Ruffo
Maria Rosa Tassone
Annamaria Carere
Catia Mele
Rosalba Rizzo
Patty Spadafora
Montalto Rosina
Anna Rita Pupo
Rosanna Tedesco
Marisa Garritano
Antonio Romeo
Eliodoro Loffreda
Mimma Mitidieri
Mariantonietta De Marco
Francesca Costanzo
Fata Bruna Claudia