La Andrea Nuovo Home Gallery presenta la personale dell’artista napoletano Paolo La Motta intitolata: Finestre sul quadro. In questa occasione sono in mostra 32 lavori su tavola e su tela di piccole e grandi dimensioni che evidenziano la natura eclettica del suo linguaggio che, in costante trasformazione raccoglie vedute, scorci e luoghi che formano il tessuto di una complessa narrazione fatta di frammenti della realtà e di tempi che convivono e che si alternano nel presente.
Nella sala al piano terra è esposta una serie di opere caratterizzate da grandi campiture di colore, da un inconsueto trattamento della prospettiva e dalla presenza sfuggente della figura umana come in Terrazza, Interno museo o Scavi. Non vi si trova davanti ad una rappresentazione canonica dello spazio reale bensì un’interpretazione e soprattutto un forte “modellato” o se si vuole, un mutamento iconografico. Al piano superiore la scelta espositiva è incentrata su di un nucleo di opere contraddistinte per lo più dal segno materico tra queste si possono identificare due suddivisioni: quelle in cui persiste un legame con una scenografia urbana, con l’architettura e con il tema dei portali (figure archetipiche – ma pur sempre attuali – della soglia e del passaggio) tra cui Murata e Apparizione oppure Dal Madre, Impluvium e Dallo studio; e quelle, di più recente sperimentazione che traggono ispirazione dai siti archeologici sia di Ercolano che di Pompei, dove si palesa l’uso della tecnica mista e dove il tratto pittorico acquisisce un’espressione più drammatica.
“Il riferimento alla realtà oggettiva, seppure sublimata, è fondamentale ai fini della sua narrazione” […] “Due anime convivono in La Motta: quella del compositore che, in linea con la sua produzione plastica, gioca con la purezza delle forme geometriche, delle simmetrie e della distribuzione dei volumi; e quella del pittore materico, tra il manciniano e l’informale, che affida i moti dell’espressione ad una pittura grondante di colore. Ritorna, in paesaggi e scene di interni, il tema del contrasto tra luci e ombre, inteso come contrapposizione di assenza e presenza; il rapporto tra lo spazio e la figura umana, qui resa, a differenza dei ritratti dei volti della Sanità, del tutto impersonale; e infine, dal punto di vista strettamente geometrico, il dialogo tra un elemento orizzontale e uno verticale interrotto da un altra diagonale” […] “La furia dell’espressione trova qui un equilibro grazie ad una scansione ritmica degli elementi intensamente meditata, calibrata da una razionale distribuzione dei volumi, dai caratteri quasi musicali. Proprio quello della musica è un aspetto centrale nella poetica di Paolo La Motta: assonanze, accordi, fini armonie e accesi contrasti tonali, costantemente presenti nella sua pittura, sono forse i veri protagonisti del suo complesso universo visivo” (Manuel Carrera).
L’artista raggiunge il difficile equilibrio tra l’analisi oggettiva e la sfera esperienziale, dimensioni che, nel suo caso si fondono rendendo arduo il dissezionarle per operare una valutazione sull’individualità dell’artista. Le matrici immaginarie di La Motta – i riferimenti all’arte del passato come a quello moderno e contemporaneo, al cinema ed alla musica – si intersecano e si traducono in un sincretismo articolato attraverso un corpus di messaggi e di significati latenti che si celano nelle elaborazioni compositive delle sue opere. La cifra di La Motta si trova proprio nella qualità pittorica, nella tavolozza volutamente ridotta e nel ricorso ad un linguaggio diretto e sintetico dai quali emerge un universo pieno di sfaccettature ed angolazione, rimandi ad una storia quotidiana oppure ad uno spazio e tempo lontani, a volte onirico, dove il gesto, la materia – sovrapposizione e sottrazione di estratti, velature e trasparenze – e lo sguardo introspettivo della sua poetica consentono di stabilire un dialogo orizzontale con l’osservatore che viene chiamato a scoprire i vincoli sopratestuali e atemporali presenti nelle opere di La Motta.
Finestre sul quadro alla Andrea Nuovo Home Gallery è il risultato di una scelta espositiva che mira a evidenziare il carattere poliedrico della personalità artistica dell’artista che, spazia dalla pittura alla scultura, dal ritratto al paesaggio passando per le vedute e gli interni di gusto intimista, si intende dunque avviare una lettura critica il più ampia possibile circa la sua ricerca nel contesto napoletano, italiano ed oltre. In questo senso, la mostra viene a complementare la conoscenza sulla produzione di questo artista che attualmente espone al Museo di Capodimonte una serie di dipinti e sculture raffiguranti i volti dei bambini del quartiere della Sanità. La simultaneità di queste manifestazioni pone in rilievo la necessità e la pertinenza di uno sguardo sempre più incisivo e completo verso la produzione di un artista come Paolo La Motta.