In apertura un focus su Pasolini e la sua lezione sulla critica totale
Disinvolto, visionario e impertinente. Per i vent’anni dalla nascita, Iuppiter Group, società di editoria, comunicazione e produzione, dà vita al nuovo progetto editoriale Occhio di carta che promuove il culto del cartaceo, un ribellismo costruttivo, il ritorno al conflitto delle idee e al primato della parola. Fondata e diretta da Max De Francesco, è una “rivista di distratti”, un distributore di avventure, un oblò aperto nell’aula del “recupero sogni”: nasce per aggregare teste libere e tensioni poetiche, custodire culture ritenute marginali, stimolare nuovi ragionamenti e visioni.
Il primo numero della rivista, 180 pagine con cadenza quadrimestrale, si apre con lo speciale: “Pasolini, che dire? Il poeta, il profeta e il narciso: educazione alla critica totale”. Approfondimenti sulle passioni, sulle opere e sull’attrazione per Napoli dello scrittore corsaro. Non solo Pasolini. Nelle altre pagine della rivista: “Dante dà i numeri”(magia e sacralità della numerologia nella stesura della “Commedia”), “L’apocalisse dell’uomo distante”(come riattivare il pensiero critico), “La vita fantastica di Romolo Runcini”, “C’era una volta il Sud degli spiriti”(perché l’archetipo batte sempre l’algoritmo), “Il paesologo evanescente”, “Per un Mezzogiorno senza levismo”(alla ricerca di “scritture non militanti”), “Ho visto San Babila a Montaguto” (aree interne, che fare?), “Perché scrivono i poeti?”(focus su Leonardo Sinisgalli, cantore delle radici), “Il vero è solo un momento del falso”(il boom dei film biografici), “Il mio amico Alain Delambre”(il cinema sulla precarietà e la serie tv “Lavoro a mano armata”), “Antonio Bertè e il blu mistero”. Ampio spazio alla narrativa nella sezione “Racconti” e al giornalismo letterario nella sezione miscellanea “L’impaginario” che propone recensioni librarie e rubriche di arte, mito, satira e curiosità linguistiche.
Solo in versione cartacea per scelta degli editori, curato nella grafica, caratterizzata da un’attenta gerarchia delle foto, da una “font” altamente leggibile e dalle illustrazioni degli occhi, realizzate da Paola del Prete, che scandiscono la successione delle sezioni, il primo “Occhio di carta” ha in quarta di copertina un disegno dell’artista friulano Pier Antonio Chiaradia, che ritrae un Pasolini sognante, e presenta in questo suo esordio gli scritti di Antonio Biancospino, Sara Cassandra, Laura Cocozza, René Corona, Maria Pina Cirillo, Andrea D’Ambrosio, Claudio D’Aquino, Mario Vittorio D’Aquino, Aldo De Francesco, Sveva Della Volpe Mirabelli, Armando De Sio, Silvio Di Giorgio, Umberto Franzese, Paolo Garofalo, Leonardo Guzzo, Mino Mastromarino, Giordana Moltedo, Giuseppe Raimondo, Renato Rocco, Laura Sabatino, Francesco Serra di Cassano, Enza Silvestrini, Giovanni Vasso.«Occhio di carta – ha detto il direttore Max De Francesco – è un progetto editoriale che avevamo il bisogno di lanciare nell’agorà di chi crede ancora nel cartaceo e in quei viaggi culturali e sentimentali al di fuori delle mappe ufficiali. È uno sguardo necessario, libero e non disilluso sul mondo spaesato d’oggi, ma certamente “distratto”, pronto a raccontare le piccole cose attraverso la “distrazione” dalla realtà, a riconnettersi con scrittori e poeti dimenticati o calpestati, a muoversi lontano dai clamori per osservare meglio corpo e anima del Mezzogiorno, ma soprattutto per iniziare una corrispondenza con un lettore curioso, armato di pensiero autonomo e critico, strafottente delle mode e delle vetrine preparate con la dovizia del nulla».