Napoli-Genoa 3-0, la vittoria degli azzurri condanna in B il Grifone. Insigne dice addio
La partita che chiude la stagione del Napoli al Maradona è stata uno show sul campo e fuori. Nel rettangolo di gioco gli azzurri hanno fatto ciò che volevano e dovevano, passeggiando sugli avversari. Il gol di testa di Osihmen è di bellezza olimpica, un’incornata da bomber vero. Poi il rigore segnato sempre col brivido di Insigne che scavalca Hamsik nella classifica all-time dei marcatori con la maglia del Napoli (122 gol), dopo che ne aveva sbagliato uno ma che è stato fatto ripetere. Infine l’assolo di Lobotka che mette la ciliegina sulla torta nella sua miglior stagione partenopea. Napoli-Genoa termina 3-0 e il risultato condanna il Grifone, che torna in B dopo 15 anni.
Insigne versione ultimed edition
L’ultimo atto di Lorenzo Insigne con la maglia del Napoli è uno spettacolo vive attimi di fulgida emozione, nostalgia canaglia interrotti solo dal caso comico/grottesco, riportato dalla Gazzetta dello Sport, dei fischi insonorizzati ad arte per nascondere i pesantissimi cori anti De Laurentiis durante l’evento pre-partita che ha dato l’avvio all’ultima partita del capitano-scugnizzo al Maradona. Una scelta (in)degna da cinepanettone targato Filmauro.
Nella sua versione ultimed edition Insigne mette in vetrina tutto se stesso: giocate che stuzzicano gli spalti, tiri pericolosi, scambi sullo stretto, fino al crollo emotivo del rigore sbagliato. Il destino è dalla sua perché il rigore si deve ripetere e questa volta (quasi) non sbaglia. Per lui una liberazione, ai tifosi rimarrà il ricordo.
Il ricordo di un talento naturale che però ha spesso sofferto la pressione, la paura di essere nemo profeta in patria, della sua testardaggine, dei numerosi limiti e di un’ultima stagione non delle migliori ma anche del gol al Bernabeu, della punizione al Borussia e della doppietta nella (tragica) finale di coppa Italia contro la Fiorentina. Ieri l’abbraccio del pubblico ha omaggiato il giocatore più donchisciottiano che si ricordi, che ha più volte diviso e unito la tifoseria. Nella giornata dedicata al 24 napoletano, è concesso un po’ di tutto. Anche Spalletti – ai limiti della blasfemia – si lascia andare e azzarda un paragone tra Insigne e altri dei del calcio italiano: Baggio, Del Piero, Totti perché “è per giocatori come lui che un ragazzino inizia ad appassionarsi di questo sport”. Per Lorenzo un’altra strada, alla soglia dei 31, che lo porta in Canada, lontano dai riflettori, da casa e probabilmente dalla Nazionale.
Destini incrociati
Ieri a salutare non solo Insigne. Anche per Ghoulam è stata l’ultima apparizione tra le mura amiche. Il “terzino del rimpianto” lascia Napoli dopo otto anni, la metà dei quali alle prese con infortuni gravi. Un treno della fascia sinistra che ha fatto impallidire, a tratti, colleghi protagonisti di molti palcoscenici europei, prima di imbucare un tunnel dal quale non è mai più uscito.
di Mario Vittorio D’Aquino