Napoli-Roma 1-1, finiscono i sogni di gloria per gli azzurri?
E’ un lunedì di Pasquetta amaro per il Napoli. Tra un morso al casatiello e uno alla pastiera, tra un picnic e una scampagnata allo stadio, l’1-1 maturato al Maradona stavolta ha un solo colpevole: Spalletti. Parliamoci chiaro, non merita alcuna crocefissione ma la scelta di rinunciare ancora una volta a Mertens insieme ad Osihmen e lasciare un centrocampo light con un difensore in più dietro – Juan Jesus – sul finale, portano ad imputare al mister una sua fissazione tattica che non si porta più sui campi di calcio da trent’anni e oltre.
Eppure il Napoli come al solito pare non steccare l’inizio del match. Pochi minuti e subito un rigore solare – dato solo grazie al var – provocato da Ibanez e trasformato da Insigne (l’unico che si salva ieri), per la gioia dell’1-0. I padroni di casa escono puliti dal pressing e sembra una di quelle partite che, vuoi per inerzia, vuoi per la voglia di scrollarsi di dosso la sonora batosta patita otto giorni prima contro la Fiorentina, appaiono incanalarsi sui binari giusti. Tutt’altro.
Esce Lobotka e si spegne la luce
Che la partita non sarebbe stata in discesa lo si era capito già dalla auto-traversa di Osihmen sulla sua porta a fine primo tempo, in seguito ad una punizione di Pellegrini. La seconda frazione segue il flusso della prima: buon inizio del Napoli con Osihmen che manca due chiare azioni da gol ma poi emerge la garra dei romani. Il coefficiente giallorosso di pericolosità aumenta così come il baricentro. Gli azzurri arretrano ma non sanno che si stanno schiacciando in un angolo dal quale non ne usciranno più.
Si ferma Lobotka per infortunio e si spegne la luce del Napoli. Abraham, Pellegrini, Zaniolo (anche lui costretto ad uscire per problemi alla caviglia) creano danni ingenti al Napoli. Poi la follia spallettiana di quelle già viste anche con l’Inter: difesa a 5 e Mertens lasciato da solo senza riferimento. Il montante del ko (stavolta) tattico di Mou è El Sharaawy che ben inserito fa 1-1. Una scelta confusa e insensata affonda il Napoli e fa chiudere praticamente il sipario di una stagione tutto sommato simile a quella scorsa (la squadra di Gattuso aveva solo un punto in meno con le stesse partite), con la differenza che quest’anno nessuna delle pretendenti ha voluto allungare sulle altre, in questa generale sindrome dell'”appiattimento sportivo”.
di Mario Vittorio D’Aquino