Cagliari-Napoli 1-1, un passo falso già visto troppe volte
Sarebbe dovuta essere la partita del rilancio, in vetta alla classifica, invece non è altro che un déja vu. Cagliari-Napoli termina 1-1 ma mai come questa volta l’ambiente azzurro ha vissuto il prepartita già conscio dei rischi che si celavano dietro questa giornata ricca di sorprese e di tonfi per le prime della classe. Mai veramente in partita, gli azzurri la riacciuffano con Osihmen, l’unico con il quale si è vista un po’ di luce in un lunedì nero.
Merito è sicuramente anche del Cagliari che esce a testa alta se non altissima. L’idea di gioco di Walter Mazzarri, dopo molte difficoltà, è riuscita a venir fuori. L’allenatore toscano ha dato alla sua squadra quell’impronta che ricorda un po’ l’inizio del fantastico percorso all’ombra del Vesuvio, iniziato oramai più di un decennio fa: grinta, gamba e cuore oltre l’ostacolo ma soprattutto la capacità di riuscirsi a fare grande con le grandi. Il gol, seppur fortunoso di Pereiro, i due gol sfiorati sulla linea, le occasioni di Joao Pedro e Marin, la partita senza ombra di dubbio l’hanno fatta i padroni di casa.
Tutti i volti di una debacle già annunciata
Il pareggio di Cagliari-Napoli va messo sotto la lente d’ingrandimento per la puntualità con la quale il risultato è arrivato. Insomma “niente di nuovo sul fronte occidentale”. La debacle che ha colto l’intera squadra partenopea, impegnata nella trasferta sarda, è solo un altro capitolo di un libro già letto. Appare persino insufficiente la nuova a linfa che ha portato Spalletti – non sempre esente da colpe – da quando è venuto ad allenare i campani, rafforzando la tesi che dice che “sul campo ci vanno i giocatori”, al di là di chi li gestisce (piccola lancia spezzata a favore dei tecnici predecessori, l’ultimo in particolare). Il gol subito dal Napoli, con una papera goffa del suo portiere, non è altro che l’esito di un blackout non più perdonabile. Così come l’inutilità calcistica di giocatori come Malcuit che ha avuto anche l’ardore di arrabbiarsi quando è stato sostituito (da subentrato).
Staccare ancor di più la spina potrebbe significare un ulteriore stallo nella stagione partenopea, dopo il periodo difficile di dicembre, e nella proiezione europea del Napoli che deve affrontare un Barcellona in netta ripresa e che vorrà prendersi ciò che non è riuscita a conquistare al Camp Nou. Un altro passo falso vanificherebbe quanto di buono Spalletti sta facendo a tutto l’ambiente azzurro ma che non lo distinguerebbe – in termini cinicamente sportivi – dal suo predecessore Gattuso, salvo un posizionamento Champions di cui possiamo definirci ancora padroni ma tutt’altro che certo visti questi chiari di luna.
di Mario Vittorio D’Aquino