Sono 42 i deputati M5S sospesi dall’ufficio di presidenza della Camera a causa delle proteste scoppiate la scorsa settimana dopo la bocciatura della loro proposta di legge sulle pensioni dei parlamentari. Quindici giorni di sospensione per 19 deputati, tra cui Alessandro Di Battista e Danilo Toninelli, che avevano prima protestato interrompendo il question time e poi tentato l’irruzione, a riunione in corso, nell’ufficio di presidenza. Dieci i giorni di stop per i 29 Cinque Stelle che hanno inveito dai banchi in Aula, 12 per i quattro che si sono spinti sotto i banchi della presidenza e 5 per i 17 che si sono radunati davanti alla porta dell’ufficio di presidenza. Il deputato Riccardo Fraccaro ha riferito che le sospensioni saranno scaglionate per evitare un’assenza «di massa» sugli scranni e non riguarderanno la votazione del 4 aprile sul biotestamento, così come da richiesta del Movimento. Poco dopo la “sentenza” i pnetastellati si ritrovano in piazza Montecitorio per denunciare le sanzioni.
Come? In fila, rigorosamente davanti a telecamere e fotografi, mostrando cartelli con il volto dei colleghi degli altri partiti “responsabili” di aver bocciato la proposta di estendere la legge Fornero anche ai parlamentari. #Sifreganolapensione l’immancabile hashtag a corredo dell’iniziativa. Intervistato dal Corriere della Sera Roberto Fico dice di essere «molto orgoglioso del mio gruppo che continua a lottare senza arrendersi. Noi andiamo avanti come sempre. Non ci sarà nessuna richiesta di incontro con le istituzioni». Ora cosa farete per i vitalizi? «Abbiamo chiesto di abolirli e se ciò non accade lo faremo quando saremo al governo. Anche retroattivamente». Ma non pensa che questa anima movimentista vi possa danneggiare: sembrate più battaglieri che governativi… «Si tratta di un’idea errata. Noi dobbiamo portare al governo i temi del Movimento. E ha ragione Grillo quando dice che non bisogna più incazzarsi: noi siamo oltre quella fase, siamo un fiume in piena di idee in costruzione».