E’ la Basilica di San Giovanni Maggiore, a Napoli, la sede scelta lunedì 12 ottobre per la presentazione dei risultati del progetto di ricerca “PROVACI”, “Tecnologie per la PROtezione sismica e la VAlorizzazione di Complessi di Interesse culturale”, uno tra i più innovativi degli ultimi anni.
Grazie all’uso di tecnologie innovative, insomma, si mira a valorizzare il costruito storico e a proteggerlo da scosse sismiche ed eventuali sollecitazioni al fine di riqualificare e valorizzare i siti e le strutture di interesse storico. E poi i materiali ecosostenibili, come le fibre naturali di origine vegetale o minerale, che, applicati a valle di un evento sismico, possono evitare un ulteriore danneggiamento dell’opera a seguito di ulteriori scosse.
Le tecnologie utilizzate per coinvolgere appieno l’utilizzatore sono molte e altamente suggestive. Prime tra tutte le tecnologie Augumented Reality (AR), che offrono un’esperienza multidimensionale attraverso contenuti multimediali tridimensionali. E poi il laser scanner 3D permette di realizzare una ricostruzione tridimensionale come con il Monastero di Sant’Angelo d’Ocre. L’uso, inoltre, dei droni per la mappatura dell’area archeologica di Cerreto Sannita, in provincia di Benevento, dimostra come l’uso delle nuove tecnologie possa portare solo dei vantaggi con una riduzione notevole dei tempi e un maggiore livello di precisione.
Il progetto si è avvalso da una forte azione interregionale, con soluzioni sviluppate su siti importanti come l’Arena di Verona e Palazzo Penne a Napoli ed ha visto la collaborazione dell’Università di Napoli Federico II e l’Università di Padova riguardo la protezione sismica degli edifici storici.
Sul tema della valorizzazione sono stati coinvolti l’istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali (ITABC) del CNR, nonché una società leader tecnologici nel campo dei new media come la ETT oltre che importanti realtà industriali dei materiali (Mapei), dell’ingegneria (D’Appolonia) e delle costruzioni (CMSA del Consorzio CCC).