In Puglia per le Regionali Berlusconi sembrava accerchiato, solo contro tutti, emarginato dall’alleanza di cui una volta era padrone indiscusso. Ma anziché prenderne atto e alzare bandiera bianca, eccolo rifarsi sotto al galoppo… In queste ore Silvio sta tentando di spezzare l’assedio attaccando l’anello debole del fronte ostile, che ha individuato nei Fratelli d’Italia. Sono loro, insieme con gli alfaniani, a spalleggiare il capo dei ribelli Fitto, l’uomo che Berlusconi cancellerebbe volentieri dalla faccia della politica. Per cui alla Meloni e a La Russa ha presentato una di quelle offerte, avrebbe detto Don Vito Corleone, che non si possono rifiutare: la candidatura a governatrice della Puglia per un’esponente Fd’I, Adriana Poli Bortone, 72 anni, già « pasionaria » missina, ex ministro dell’Agricoltura ed ex sindaco di Lecce. L’ex Cavaliere l’ha lusingata personalmente al telefono facendola tentennare.
Alle prossime regionali, scrive Marco De Marco sul Corriere del Mezzogiorno, salvo sorprese, la destra pugliese tornerà a dividersi come cinque anni fa, con somma gioia di una sinistra che invece si va sempre più ricompattando intorno a Michele Emiliano. Berlusconi torna a puntare su Adriana Poli Bortone, una delle figure più amate dalla destra pugliese. Per come si sono messe le cose, quello di Berlusconi sembra essere più un colpo di teatro, l’ennesimo in questa vicenda pugliese, che altro. Più una rivincita tardiva nei confronti di Fitto che una ipotesi davvero praticabile.
Campania, la mossa di Renzi
Intanto in Campania arriva il diktat di Renzi: «Adesso basta, o si scelgono candidati al di sopra di ogni sospetto, o interviene il partito commissariando i circoli e scegliendo chi deve correre alle prossime amministrative». A meno di due mesi dall’ election day del 30 maggio, scrive Repubblica, Matteo Renzi decide di sciogliere in prima persona i nodi ancora aperti nel Pd. Cosi, in Campania e Sicilia – dove sono nate le situazioni più controverse – gli emissari del segretario stanno lavorando a soluzioni che bypassano le volontà locali. Suscitando l’ira di iscritti e dirigenti, ma fermi nella convinzione che – dopo l’imbarazzante caso di Vincenzo De Luca, candidato alla regione Campania ma suscettibile di sospensione per via della legge Severino – non si possano più fare passi falsi. Così, ieri a Ercolano gli iscritti hanno occupato la sede del partito in polemica con la decisione del Nazareno di imporre come candidato sindaco Ciro Buonajuto, terzo pretendente di primarie a lungo rinviate, uomo fidato di Renzi ed esponente della direzione nazionale pd.