Parla Vera Corbelli (Distretto Appennino Meridionale)
“Siamo una società miope, poco attenta ai doni che la natura ci offre. Risorse preziose delle quali non ci sappiamo prendere cura. La risorsa suolo, la risorsa acqua non sono gestite con l’approccio giusto che ci consentirebbe di prevenire molti rischi e pianificare la sicurezza”. Parla Vera Corbelli, di recente confermata con decreto del governo segretario generale dell’Autorità di Bacino distrettuale dell’Appennino Meridionale che, partecipando ai lavori per celebrare la giornata mondiale del suolo, ha ribadito: “Serve un approccio innovativo per rispettare il territorio e le sue risorse. Non possiamo trascurare il fatto che dal suolo ha origine il cibo”. All’evento organizzato dal Dipartimento Sviluppo Sostenibile del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica hanno inoltre partecipato Giuseppe Lopresti, Direttore della Direzione Generale Uso Sostenibile del Suolo e delle Risorse Idriche del Ministro dell`Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ronald Vargas, Segretario del Global Soil Partenrship della FAO, Luca Montanarella, referente del Centro comune di ricerca (JRC) della Commissione Europea, Maria Siclari, Direttore Generale dell’ISPRA, Giuseppe Blasi. Qui di seguito ilSudonline propone una intervistata con Vera Corbelli.
Dottoressa, che cosa ci insegna la tragedia di Ischia, posto che sapremo valutarla in tutte le sue implicazioni?
L’alluvione di Casamicciola è solo un tragico e drammatico esempio delle conseguenze che derivano dalla miopia con la quale viviamo l’ambiente. I fenomeni di dissesto idrogeologico sono infatti connessi alla mancata cura del suolo.La risorsa suolo riveste una grande importanza nell’ambito delle strategie di pianificazione e governo del territorio, a livello Distrettuale e non solo.
La risorsa suolo permette di cogliere numerose interrelazioni con le altre risorse ambientali, non è così?
Sì, unitamente con le diverse pressioni e minacce a cui la stessa risorsa è costantemente sottoposta. Si tratta di fenomeni franosi, alluvionali, quelli riguardanti risvolti di contaminazione. Si intreccia quindi con i numerosi fenomeni di disordine territoriale che costituisce causa di quanto costantemente si verifica in termini di criticità, disastri sul nostro territorio.
C’è urgente bisogno di poter pervenire, ad una adeguata conoscenza ed analisi della “risorsa suolo”. Ma come?
Attraverso un approccio multiscalare, interdisciplinare e sistemico, e la conseguente definizione di norme, regole e direttive di indirizzo per la tutela, la difesa e il corretto uso della stessa risorsa.
E’ quanto state facendo con la predisposizione di interventi integrati anche attraversopercorsi di pianificazione dell’’Autorità distrettuale dell’Appennino meridionale?
Esattamente. E ciò al fine di contribuire all’attuazione di una nuova strategia di crescita e sviluppo sostenibile, configurata in una politica unitaria e mirata per il rilancio del nostro Paese e che deve mirare a risultati quali l’attuazione di strategie di gestione delle risorse suolo e acqua, l’incremento dell’occupazione giovanile e la collaborazione tra pubblico e privato e contribuendo allo sviluppo del sistema impresa.
Ci parli della Giornata mondiale del Suolo. Quando è stata istituita?
E’ stata ideata nella 68esima Sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che si è tenuta a New York il 20 dicembre 2013. Istituita il 5 dicembre, ha come scopo quello di incentivare una maggiore sensibilità ambientale ai fini di saper sfruttare al meglio, non danneggiandole, le risorse che la terra offre.
Conoscere il territorio è fondamentale per prevenire i danni che possono compromettere la salute del suolo. Si fa abbastanza a suo parere?
L’intero ecosistema terrestre si nutre dalle risorse del terreno, che per mantenersi ha bisogno a sua volta di un apporto equilibrato di nutrienti: proprio questo è il tema cardine della Giornata Mondiale del Suolo 2022. Se i suoli non vengono gestiti in modo sostenibile, la loro fertilità e le piante diventano carenti di nutrienti, con gravi conseguenze per la salute.
Il rischio idrogeologico dipende da fenomeni connessi con la natura del territorio, ma anche da attività umane. Non è così?
Certo, attività che comportano la modificazione dello stesso, come deforestazione, cementificazione e l’abusivismo edilizio. Il 68,9% dei comuni italiani sono ad alto rischio idrogeologico. Frane, alluvioni, valanghe e sprofondamenti provocano conseguenze irreparabili sul territorio e la morte di tante, troppe persone. Le cause sono riscontrabili nei cambiamenti climatici e nella mancata prevenzione nei confronti di questo tipo di eventi. Il dissesto idrogeologico potrebbe venire facilmente controllato o eliminato, ma spesso il territorio non viene messo adeguatamente in sicurezza.
Anche in questo settore è quindi determinante la prevenzione?
Sensibilizzare le giovani generazioni sul tema, nelle scuole e attraverso associazioni specializzate, può aiutare a prevenire le tragedie ea preservare il dono del suolo, che spesso diamo per scontato. Resta fondamentale diffondere l’informazione e soprattutto la consapevolezza che il suolo è essenziale e sostanziale per la nostra esistenza.