Nell’era del digitale e dei selfie, c’è chi sceglie di utilizzare un vecchio banco ottico per raccontare, con 33 primi piani, la storia degli ospiti di un centro di recupero dalla tossicodipendenza di Forlì che hanno vinto la loro battaglia. Sembrano immagini antiche. In realtà sono state scattate appena un anno fa da Pierluigi De Simone, affermato fotografo e docente dell’Ilas Designers School, in mostra a Salerno (via Portacatena, 62), fino a domenica, per la sesta edizione del festival della creatività giovanile. Inaugura, infatti, oggi “Creattiviamo la città”, la kermesse promossa da InformaGiovani Salerno, a cura di Arci Salerno, con il patrocinio del Comune di Salerno. Tre giorni di dibattiti, workshop, mostre e concerti dedicati al tema del lavoro e dell’arte.
“Occupati d’arte” è il tema scelto per questa edizione del festival, un’occasione per riflettere sulle dinamiche dello sviluppo dell’occupazione giovanile nel mondo dell’arte. Dai dati raccolti nel lavoro di informazione e orientamento rivolto ai giovani tra i 16 e i 35 anni svolto dallo sportello InformaGiovani, è emerso che una fetta sempre più consistente di giovani riesce a trovare una propria dimensione lavorativa sfruttando le proprie competenze artistiche o, comunque, riesce a inserirsi fruttuosamente nell’ambito dei processi produttivi dell’industria artistico-culturale. Il nome della manifestazione diventa, così, una duplice occasione di riflessione: “occupàti d’arte” , come analisi dei casi positivi, rassegna e racconto di chi è riuscito a creare lavoro nell’arte. E “òccupati d’arte”, come stimolo a seguire l’esempio di chi ce l’ha fatta, di chi ha trovato lavoro valorizzando e sfruttando le proprie competenze artistiche e gestionali.
“Per tre giorni – afferma il presidente del comitato provinciale Arci Salerno, Francesco Arcidiacono – abbandoniamo lo spazio fisico dello sportello per far conoscere ai giovani i nostri servizi di informazione e orientamento, e nello stesso tempo offriamo loro anche una nuova prospettiva, un nuovo modo di pensare e vivere la questione del lavoro”. Sulla stessa linea, Angelo Cariello, coordinatore del servizio InformaGiovani di Salerno: “Abbiamo deciso di raccontare, ai tanti giovani pieni di talento che arrancano a trovare un posto di lavoro, la storia di chi si è occupato di arte e ha trovato occupazione nel mondo dell’arte, della cultura, della comunicazione. Anche il nostro sportello ha bisogno di essere ripensato, di accettare le sfide del nostro tempo, di adeguarsi e partecipare alla rivoluzione sociale e culturale costantemente in atto”.
Si inizia oggi con i due workshop, rivolti agli studenti del Liceo statale Alfano I di Salerno, sulla storia di due festival artistici campani che, negli anni, sono diventati un fattore di sviluppo per l’intero territorio, creando occupazione e sviluppo: “Disorder. Storia di un festival che ha già fatto storia”, a cura di Felice Calenda (Macrostudio) e “Giffoni Film Festival. Il caso di un festival di fama mondiale” a cura di Luca Fresolone (Giffoni Experience).
Sabato invece, alle 19, sempre in via Portacatena, si inaugurerà la mostra fotografica “I giganti del blues a Salerno. La storia di un festival negli scatti di Pasquale Stanzione”, una raccolta delle immagini più belle che il fotografo salernitano, prematuramente scomparso, ha prodotto durante l’età dell’oro della musica dal vivo a Salerno, gli anni tra l’87 e il 1995 in cui l’Arci e il Circolo Mumble Rumble, portarono in città artisti del calibro di B. B. King e Chick Corea.
In serata, nella Chiesa della Santissima Annunziata, il concerto di Bruno Bavota, protagonista della scena modern-classic internazionale, tra i migliori esempi di pop pianistico, compositore e polistrumentista, scelto da Paolo Sorrentino per la colonna sonora di “The Young Pope” e dalla Apple per la musica di uno spot in America.
Domenica sera, a chiusura del festival, al Teatro Augusteo, il concerto di Francesco Di Bella, ex front man dello storico gruppo 24 Grana, preceduto dall’esibizione del gruppo salernitano Aliante.
A corredo alla tre giorni, anche l’installazione ambientale “La sospensione del giudizio”, di Valentina Gaudiosi, e “44°16’47.66″ N 12°06’18.89″, ossia l’esposizione dei 33 volti immortalati a Forlì da Pierluigi De Simone.