Le Associazioni civiche partenopee hanno dato vita oggi ad un appello aperto a tutti i cittadini napoletani e a tutte le associazioni, per salvare il Teatro San Carlo. Sulla piattaforma Change.org parte in queste ore l’appello “Salviamo il Teatro San Carlo” rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Governo. Scopo dell’appello è quello di ottenere lo stanziamento di fondi per la manutenzione delle facciate del teatro e diconservare la tutela in capo allo Stato italiano. Il Teatro San Carlo è un bene culturale di rilevanza nazionale ed internazionale. È il più antico operante al mondo ed è considerato il più bel teatro d’opera dell’umanità. L’art. 9 della nostra Costituzione statuisce che è lo Stato che deve garantire i beni culturali di rilevanza nazionale. È indubbio che il valore storico ed artistico del San Carlo è talmente alto da non poter essere degradato da bene di interesse nazionale a bene di interesse comunale . Il progetto annunciato alla stampa, di assegnare il San Carlo al patrimonio comunale, per le note difficoltà finanziarie del Comune di Napoli ente in pre-dissesto da vari anni ed oggettivamente in dissesto conclamato tecnico, significa condannare il Teatro San Carlo ad un destino di irrilevanza e di difficoltà finanziaria. Napoli rischia di perdere l’ultimo simbolo culturale di importanza internazionale. La legge Bottai del 1939 unitamente al citato art. 9 della Costituzione impediscono il trasferimento perché oggettivamente non esistono i presupposti di adeguatezza e di capacità finanziaria per il comune di Napoli per poter gestire autonomamente il teatro. Pertanto appare indispensabile una mobilitazione civica di tutte le forze culturali, politiche e sociali a difesa dell’ultimo baluardo di rilevanza internazionale che è oggi presente nella ex capitale del Regno delle Due Sicilie. Cosa succederebbe al San Carlo se venisse dichiarato il dissesto del Comune di Napoli? Come è possibile pensare di dare in gestione un simile gioiello ad un ente che non ha fiato finanziario? Ad un ente che già oggi non è in grado di gestire il suo enorme patrimonio culturale ed immobiliare? I cittadini di Napoli ed i cittadini del mondo hanno il diritto di conoscere il piano finanziario e strategico in base al quale il sindaco di Napoli ritiene di potere valorizzare tale bene dell’umanità. Questa è l’ultima occasione per fare appello all’orgoglio ed alla coscienza civica dei napoletani per evitare che anche questo simbolo venga abbandonato dallo Stato centrale, che venga sancito che i cittadini napoletani e le proprie istituzioni culturali non meritano tutela dallo Stato centrale perché cittadini di serie B o figli di un Dio minore. Chiediamo al contrario al governo nazionale di stanziare immediatamente somme idonee a ripristinare lo stato funzionale del bene immobile che ha bisogno di urgente manutenzione, come si evince in particolare dalle sue facciate imbrigliate dalle reti di contenimento per evitare il distacco di stucchi e cornicioni. Non consentiremo allo Stato centrale di abbandonare ad un futuro di degrado un tale simbolo culturale ed un tesoro d’arte di livello internazionale. Invitiamo tutti i cittadini napoletani a controfirmare questo appello al Capo dello Stato Sergio Mattarella, al Presidente del Parlamento Roberto Fico, al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Ministro Giovanni Tria, al Ministro Alberto Bonisoli. Tra i primissimi promotori dell’appello: Insieme per Napoli, Democratici oltre il fumo e le tessere, Associazione Cittadinanza Attiva in Difesa di Napoli ,Associazione Culturale Mario Brancaccio, Comitato Civico Portosalvo, Onda Rosa, Immaginare Futuro