La Puglia, nei prossimi anni, rischia di perdere oltre 1.600 medici specialisti ospedalieri e circa 1.000 medici di medicina generale: a lanciare l’allarme e’ l’Ordine dei medici di Bari. I dati sono stati presentati alla giornata di studio “Formazione Medica e Qualita’ dell’Assistenza in Puglia: quale futuro?”, organizzata ieri all’Universita’ ‘Aldo Moro’ dall’Ordine dei Medici e da Lucilla Crudele, rappresentante degli specializzandi,; Silvia Porreca, responsabile regionale Anaao giovani Puglia, il sindacato degli anestesisti e Giuseppe Pisicchio, coordinatore regionale Fimmg, il sindacato dei medici di base. In Puglia andranno in pensione 3.292 medici specialisti a fronte di 2.422 nuovi ingressi, con un ammanco di 1.686 unita’ negli ospedali e nei servizi del sistema sanitario regionale.
Le principali carenze riguarderanno emergenza-urgenza con 498 medici, cardiologia con 104, chirurgia generale con 97, anestesia 93, ginecologia 73, medicina interna 78, ortopedia 64, pediatria 216 e radiodiagnostica con 77. Secondo l’Ordine, per affrontare le carenze di specialisti occorre intervenire sul numero di borse di specializzazione. Oggi la potenzialita’ formativa delle Universita’ pugliesi e’ di 500 posti per altrettanti futuri medici specialisti, a fronte dei 300 finanziati.
Per le carenze di medici di famiglia, secondo i dati Fimmg Bari, in Puglia ci sara’ un primo picco di pensionamenti gia’ nel 2021, ma e’ nel 2023 che si tocchera’ la vera emergenza. Secondo Fimmg Bari, il fabbisogno annuale di nuovi medici di medicina generale in Puglia e’ di circa 200-250 diplomati gia’ a partire dal prossimo triennio formativo 2020-2023. “Per finanziare altre borse di studio potremmo attingere a fondi europei – sostiene Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici – occorre ovviamente analizzare la fattibilita’ di questa ipotesi. Altre regioni come Sicilia e Campania l’hanno fatto. Per questo e per affrontare i diversi aspetti della programmazione in modo organico dall’incontro di ieri e’ emerso l’impegno a istituire un tavolo di concertazione, che si riunisca entro un mese per un confronto tra Regione, Universita’ e Ordine dei medici di Bari”.
Fonte: Ansa