scripta manentDa questa settimana una rubrica dedicata alle dichiarazioni più interessanti sul Mezzogiorno.

SANDRO DE POLI – LA BUROCRAZIA? FA PIU’ MALE DELLA CRIMINALITA’
Intervista al presidente e ad di General Electric Italia e Israele
“… La verità è che il Mezzogiorno tutto rappresenta una grande risorsa di competenze, non solo per noi di GE… A costi sicuramente competitivi, soprattutto se si guarda a quelle che sono le competenze più alte. Tutte ragioni che, aggiunte alle possibilità che saranno offerte dal quadro comunitario di sostegno 2014-2020, spingono a immaginare uno scenario che porterà nei prossimi anni diverse linee produttive di grandi gruppi verso il Sud d’Italia. Un po’ come è avvenuto in passato dall’Ovest verso l’Est europeo. E verso la Cina…

La criminalità organizzata? Per noi non rappresenta un problema. Il problema, in generale, esiste… Ma quello che può frenare gli investimenti, principalmente quelli delle multinazionali, sono le lungaggini burocratiche. Per le aziende sono un problema, una diseconomia che spaventa…”
Paolo Grassi, Corriere del Mezzogiorno Economia, 6 ottobre 2014

GIANNI VALENTINI – QUEL PASTICCIACCIO BRUTTO DEI FONDI EUROPEI
“Il Mezzogiorno d’Italia appartiene ancora all’Europa? Oppure l’Europa della signora Merkel lo considera ormai perso, irrecuperabile, nonostante lei stessa ami trascorrere – bontà sua – una parte delle vacanze nel nostro Sud, a Sant’Angelo, nell’isola d’Ischia?

… Le aree più deboli dei Paesi dell’euro – come appunto il nostro Mezzogiorno – sono state colpite dalla crisi più dei nuovi Paesi che hanno aderito all’Unione, ma sono rimasti fuori dall’eurozona. E ciò è confermato dalla crescita rilevante registrata in alcune nazioni nell’Est europeo. Lettonia, Estonia e Slovenia, tutti e tre nell’area euro, hanno avuto tassi di crescita negativi; mentre i Paesi che non hanno adottato la moneta unica, come Polonia, Bulgaria, Lituania e Romania, hanno beneficiato di un trend positivo, “potendo avvantaggiarsi – come spiega la Svimez – sia di politiche fiscali meno vincolanti, sia di tessi di cambio più facilmente manovrabili, e più in generale di politiche monetarie meno restrittive…

Per i Paesi nuovi entranti, ognuno dei quali viene considerato in ritardo di sviluppo, I Fondi strutturali europei rappresentano a tutti gli effetti risorse aggiuntive conferite ai bilanci nazionali. Nel caso dell’Italia, invece, per il Mezzogiorno queste risorse sono considerate “addizionali” per cui lo Stato è chiamato a garantire un ammontare pressoché pari di cofinanziamento nazionale. Solo che nella scorsa programmazione 2007-2013 questo principio è stato sistematicamente disatteso e il Mezzogiorno ha dovuto per così dire accontentarsi dei Fondi strutturali europei, mentre s’accentuava il trend già decrescente degli investimenti pubblici…”
La Gazzetta del Mezzogiorno, 3 settembre 2014

PAOLO SAVONA – RINASCITA DEL MEZZOGIORNO: UN MOVIMENTO PER L’EUROPA DELLEPERSONE
“La mia proposta è quella di dare vita a un movimento per la rinascita del Mezzogiorno. Un movimento che induca il governo nazionale e l’Unione europea a prendere in seria considerazione che tutti i cittadini europei devono avere pari considerazione e, quindi, pari opportunità, come hanno stabilito ripetutamente i trattati. Non ho mai cessato di tenere a mente la frase di uno dei Padri dell’Europa unita, Jean Monet: “Noi non vogliamo unire gli stati, ma le persone”.
Il Mattino, 2 ottobre 2014

A cura di Angela Scognamiglio