“… un aumento del benessere e dell’occupazione al sud, con ricadute positive per l’intero Paese, può venire solo da un ambizioso progetto di rilancio dell’industrializzazione. Agricoltura, turismo, servizi di qualità sono fondamentali: ma senza industria e ricerca un’area con oltre 20 milioni di abitanti non va lontano….
Il rilancio dell’industrializzazione del Mezzogiorno passa in primo luogo attraverso la difesa e il rafforzamento della manifattura che già c’è, e che è riuscita a sopravvivere alla tremenda crisi….
E il pensiero va all’Ilva. Per le sue enormi dimensioni: il 40% dell’acciaio lavorato italiano; i tre quarti dei prodotti piani…
La questione Ilva si risolve con grande attenzione, e sciogliendone progressivamente i nodi… Ma ciò che rileva è che sia chiarissima la finalità: mantenere una produzione fondamentale per il paese e per il Sud…
Le autorità politiche italiane hanno il dovere di disegnare e raggiungere una soluzione; cercando ogni accomodamento con la Commissione, ma rivendicando anche la rilevanza di un così fondamentale interesse nazionale. Nessuno vuol tornare allo stato onnipotente: ma nemmeno soggiacere ad approcci dogmatici iperliberisti, che assai spesso nascondono altri interessi. Non dimentichiamolo mai: L’Europa è nata e serve per migliorare le condizioni di vita dei sui cittadini; per trovare soluzioni – accettabili per tutti – per i processi di rilancio industriale. Non per impedirli”.
Il Mattino, 21 gennaio 2016, pagine 1-51
(a cura di Asco)