Finora il Governo italiano ha cercato di conciliare il rispetto delle regole europee con il proposito di sostenere la ripresa.
Lo ha fatto chiedendo ed ottenendo percorsi di riduzione del deficit più lenti di quelli originariamente chiesti dall’Europa.
Ma questa politica, perseguita ormai da due anni e mezzo, è fallita.
I margini di flessibilità chiesti all’Europa e da essa concessi, non sono stati sufficienti a fare ripartire la macchina economica e l’illusione che le cosiddette riforme potessero aiutare si è rivelata tale.
C’è solo un’ultima occasione per aprire una nuova strada: è il bilancio per il 2017 che verrà presentato fra poche settimane.
Conterrà i segni di una svolta? Sceglierà di rischiare la riprovazione europea pur di fare una politica efficace?
Oppure cercherà per la terza volta di presentare a parole una soluzione che soddisfi noi e il nostro problema di combattere la disoccupazione e di fare ripartire l’attività produttiva e l’Europa che insiste sul rigore e sul pareggio dei conti?
Poche settimane e vedremo.
IL MATTINO, 13 agosto 2016, pagg. 1-42
(A cura di Asco)